Silvio ha solo le primarie per battere Renzi. Di Pietro Mancini
di Pietro Mancini
Fanno molta fatica i capi dei partiti a concordare sul fatto che le pronunce dei tribunali non debbano e non possano condizionare le decisioni della politica. Venerdì scorso, Berlusconi è stato assolto dalla Corte d'Appello di Milano per la vicenda Ruby.
Ma, sui programmi e sui leader, gli elettori si erano espressi, nella primavera del 2013. E, tenendo conto delle indicazioni emerse dalle urne, si sono formati due governi, entrambi guidati da esponenti del partito, il PD, che ha fatto registrare il maggior numero di consensi, seguito dal M5S di Grillo e dal Pdl dell'ex premier.
Berlusconi- assolto, non definitivamente, in attesa di altre sentenze e con il carisma e l'immagine sensibilmente appannati-aiuterebbe il suo schieramento e l'Italia, anziché ricercare sterili rivincite o sollecitare punizioni dei "giudici comunisti", se collaborasse a far emergere dirigenti credibili-non da cooptare ma da scegliere, democraticamente, con le primarie-in grado di sfidare, alle prossime elezioni politiche, Matteo Renzi, per il governo del Paese. Il vincitore, legittimato dai consensi degli italiani, arriverà a Palazzo Chigi, dove il capo di FI non ha mantenuto i tanti impegni assunti con gli elettori.