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Politica
Sindaci? Mai più soli. Responsabilità chiamano responsabilità

 

Di Gianluca Festa, Sindaco di Avellino
 

Sempre più esposti, sempre più sotto tiro. Quello del primo cittadino è un compito ancora più di prossimità, di frontiera. Ne abbiamo avuto prova durante i mesi duri della pandemia e, ce lo ricorda il dossier stilato dal Viminale. Quelli che emergono, sono i numeri di una vera e propria emergenza: 369 amministratori locali minacciati nel primo semestre 2021, di cui 189 sindaci.

 

Non solo. Anche la cronaca di questi giorni vede i sindaci protagonisti in due situazioni sicuramente diverse ma che fanno il paio con le difficoltà o le necessità che una fascia tricolore deve affrontare in situazioni di ordinarietà e straordinarietà.

 

gianluca festa
 

Mi riferisco, al caso del ‘rave party’ avvenuto in provincia di Viterbo e alla crisi afghana che saremo tutti chiamati a gestire con piena disponibilità e senso di accoglienza perché chi fugge da una guerra, chi rischia la vita o soprattutto può vedersi strappare dai talebani i diritti – il riferimento è alle donne afghane – e la libertà, va tutelato, sostenuto e accolto. Così come scritto dall’Anci in una nota inviata al Governo, non spetta a noi dare giudizi su questi anni di “fronte afghano” e siamo pronti ad ampliare la rete SAI. Ovviamente, se da un lato sentiamo la responsabilità di tendere la mano, dall’altro abbiamo il peso delle tante responsabilità che come una spada di Damocle poggiano sulla nostra testa. Responsabilità davanti alle quali molte volte siamo senza poteri diretti per poter intervenire. Il caso del rave party di Valentano va esattamente in questa direzione. Come autorità preposte, siamo infatti chiamati ogni giorno alla tutela del territorio e delle nostre comunità anche prendendo scelte importanti e molte volte non condivise dai cittadini o difficili da spiegare.

Insomma, una miriade di temi e conseguenze che si aprono dinanzi ad ogni singola scelta da compiere e che chiama in causa anche l’assenza di strumenti adeguati. Carenza che è privazione e ci trasforma da interlocutori e tutori ad organi con le mani legate.

 

Lo sentiamo ripetere quotidianamente, “i sindaci sono l’avamposto dello Stato” ed è lo Stato stesso che oggi è chiamato a tutelarci anche nell’ordinario delle nostre funzioni. Non può lasciarci soli! Non può abbandonarci e girarsi dall’altra parte, guardandoci anche talvolta con diffidenza, mentre noi, ogni giorno, senza tutele, combattiamo una battaglia, anche in Sua rappresentanza, per il bene delle comunità di cui siamo orgogliosamente guida e che amministriamo con passione e dedizione, esposti a rischi di ogni genere. Se è vero che nei prossimi mesi saremo chiamati a svolgere un ruolo principale nell’attuazione del PNRR e dunque dei progetti di sviluppo e riprese dei nostri territori, necessitiamo di essere protagonisti anche in tema di riforme e sostegno nel gravoso compito che siamo chiamati ad eseguire. Ben venga, dunque, che in Parlamento si cominci a discutere di responsabilità penale delimitando gli ambiti dell’imputabilità rispetto ai i reati di abuso d’ufficio ed omissione impropria legandole a quelle che sono le reali competenze espressamente attribuite a noi sindaci. Bene che si limitino ai soli casi di dolo le responsabilità amministrativo-contabile, così come tra l’altro è già previsto dal decreto Semplificazioni. Bene che si discuta di snellire il processo burocratico e soprattutto prevedere l’esercizio in forma associata di alcune funzioni. Ecco, più che di attestati di solidarietà abbiamo bisogno di questo. Non vogliamo certo mani libere, ma “protette” sì, per agire meglio e ricostruire insieme un Paese più vicino ai cittadini più dinamico e nuovamente leader.



BIOGRAFIA

GIANLUCA FESTA

Nato ad Avellino il 13 agosto 1974, è sindaco del capoluogo irpino dal 28 giugno 2019.
Laureato in scienze biologiche. Giornalista, ha collaborato con il Mattino ed il Corriere dello Sport. Ex cestista della Scandone Avellino, di ruolo guardia.

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    sindaci





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