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Politica
Soumahoro, ormai il "Papa Nero" è inadeguato. Si dimetta prima che lo caccino
On. Aboubakar Soumahoro

Nuova bagarre a Montecitorio, Soumahoro si dimetta prima che lo caccino. VIDEO

Non deve essere un buon momento per il deputato di colore Aboubakar Soumahoro, meglio conosciuto come il “deputato con gli stivali”, per aver lordato il tempio della democrazia con i suoi stivali sporchi di fango, proprio il primo giorno alla Camera, tanto poi ci hanno dovuto pensare i “fratelli” delle pulizie a pulire, mica lui. Solo qualche giorno fa c’era stato a Roma, davanti al Pantheon, un sit-in per cacciarlo dopo gli impicci emersi sulla sua rendicontazione delle spese elettorali sostenute.

Poi ieri la notizia che il ricorso di moglie e suocera è stato respinto e che quindi restano agli arresti domiciliari, per le note vicende dell’utilizzo dei finanziamenti alle cooperative e sempre ieri Soumahoro se l’è presa con il Parlamento in uno dei suoi famosi discorsi di autodifesa, memorabile fu quello piangente su Facebook dello scorso Natale in cui in un delirio di onnipotenza si paragonò addirittura a Nelson Mandela.

IL VIDEO DELLA BAGARRE

“Signor Presidente, mi avvio verso le conclusioni. Purtroppo il linguaggio islamofobo, la caccia al nero e il linguaggio dell’inimicizia stanno diventando un tratto della nostra politica. Allora mi chiedo… chi guarda la nostra politica a partire da questo linguaggio e da questi atteggiamenti. Che tipo di approccio può avere in sede di ricerca di eventuali accordi e come possiamo controllare in modo costruttivo con i Paesi africani…”. A questo punto si sente il Presidente della Camera Lorenzo Fontana che gli dice “concluda”.

“Se siamo così percepiti… perciò concludo dicendo che bisogna cambiare linguaggio, bisogna cambiare strategia, bisogna cambiare registro perché le misure propagandistiche sono fumo negli occhi e come sappiamo da trenta anni non hanno mai rappresentato una soluzione strutturale. Perciò la sfida…”. Nuovo richiamo del Presidente: “Grazie. Ha sforato il suo tempo”.

E lui fa il finto tonto e continua imperterrito, refrattario come al solito alle regole: “E concludo davvero…” “Grazie. Andiamo avanti”, dice Fontana. A questo punto a Soumahoro viene silenziato il microfono ma lui si agita e sbraita. “Onorevole Soumahoro la richiamo all’ordine… Soumahoro siamo in votazione… non ha la parola”. Ma l’onorevole non ci sta e continua ad urlare dimenandosi.

“Onorevole Soumahoro la richiamo all’ordine la seconda volta. Onorevole non mi costringa…”. “Ci sono state frasi…”, si sente grazie al vocione di Soumahoro che fa a meno anche del microfono. “Se ci sono state frasi le valuteremo… ma ora dobbiamo votare”. A questo punto Soumahoro perde il lume della ragione e comincia a urlare forsennatamente imprecando ad altissima voce: “I neri devono vivere”, denunciando di avere ricevuto insulti dai parlamentari della Lega che però nessuno ha sentito tranne lui e provocando l’ennesima bagarre in aula.

A Soumahoro stanno saltando evidentemente i nervi, data l’insostenibile situazione in cui lo hanno messo moglie e suocera, agli arresti domiciliari per la gestione dei fondi proprio alle cooperative per i migranti che lui dice di proteggere. E poi l’avviso che ha ricevuto dalla Corte d’Appello di Bologna, sulle irregolarità amministrative elettorali con relativa multa e possibilità di decadere dal ruolo di deputato, hanno fatto il resto. Ma forse Soumahoro dovrebbe veramente mettere in conto la possibilità di dimettersi prima che lo caccino.

Nel frattempo, i suoi sponsor politici di un tempo, gli amici delle scampagnate felici dal Papa, Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, si sono eclissati e fanno finta di non conoscerlo. Come del resto lo ignorano i suoi sponsor giornalistici, Diego Bianchi in arte “Zoro” e Marco Damilano che hanno tentato di farne un leader, un Papa Nero (in tutti i sensi) che avrebbe dovuto sollevare le “magnifiche sorti e progressive” della sinistra e poi si è visto come è andata a finire. Sic transit gloria mundi

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