Sud, Renzi ha ragione
Di Pietro Mancini
Non mi associo alle critiche, rivolte a Renzi, per non aver parlato, a Bari, dei problemi del Sud. Oggi lo ha attaccato l'ex dalemiano, oggi vicino a Napolitano, Ranieri. Non il più famoso cantante, Massimo, ma l'ex deputato, Umberto. Prima di Matteo, tanti han parlato del Mezzogiorno, forse troppo, presentando ponderosi "libri dei sogni", che sono finiti nei polverosi archivi di Palazzo Chigi. Molte e mirabolanti promesse, non solo il Ponte sullo Stretto di Messina. Ma, in concreto, è stato fatto poco o nulla.
L'auspicio è che Renzi, se riuscirà a diventare leader del Pd e poi a "sfrattare" il premier moderato, Letta, dalla guida del governo, intervenga sulle questioni del Mezzogiorno, con apertura alle novità, che ci sono, e rottamando il vecchio personale politico. Spesso, il rinnovamento, nel Sud, è fallito - come osservò, da par suo, don Leonardo Sciascia - in quanto promesso e gestito proprio dai vecchi maneggioni della politica che, abilmente, allo scopo di non mollare le poltrone, hanno cambiato, e cambiano, casacca, ma restano gli eterni, inamovibili Gattopardi. Il Sindaco di Firenze selezioni, con attenzione, la nuova classe dirigente, dicendo fermi "niet" ai tanti, che stanno cercando di salire sul suo carro, fedeli al vecchio detto: "Franza o Spagna, purché se magni!".