Tensione Lega-M5S sui sottosegretari. Servizi, dal Carroccio veto su Crimi - Affaritaliani.it

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Tensione Lega-M5S sui sottosegretari. Servizi, dal Carroccio veto su Crimi

Governo Lega-M5S, si apre il nodo sottosegretari e viceministri. E le tensioni nella maggioranza giallo-verde non mancano. Il Carroccio non vede di buon occhio l'ipotesi di affidare al pentastellato Vito Crimi la delega ai servizi segreti che è la più importante tra quelle attribuite ai sottosegretari all'Interno. Il problema è tutto politico. Tensione anche sulla delega alle Comunicazioni che, con Di Maio superministro del Lavoro e dello sviluppo, dovrebbe toccare alla Lega Carroccio (anche per garantire Berlusconi e Mediaset). Inizialmente era girato il nome dell'esperto economico Armando Siri come viceministro dello Sviluppo. Ma se si rimette in gioco un tassello, salta tutto lo schema di pesi e contrappesi studiato a tavolino.

Dalle prime indiscrezioni sarebbe stato deciso un sistema di accoppiamento. Singolo quando al ministro leghista si accompagna un viceministro o un sottosegretario di peso pentastellato e viceversa. Doppio nel caso di un tecnico che viene 'guardato' dai due partner della maggioranza. È quanto potrebbe succedere con il numero uno dell'Economia, Giovanni Tria, che dovrebbe essere affiancato dalla grillina torinese Laura Castelli e da un esperto leghista (Claudio Borghi Aquilini o Alberto Bagnai). C'è anche il nodo dei 'trombati' M5S: il senatore marchigiano Mauro Coltorti, indicato come titolare delle Infrastrutture, è saltato all'ultimo minuto. Per lui si pensa a un ruolo da sottosegretario o di commissario alla ricostruzione post-terremoto al posto della Pd Paola De Micheli. Ma anche i leghisti abruzzesi (che hanno ottenuto ottimi risultati elettorali) rivendicano quel ruolo di peso.

Attenzione però a non svuotare troppo la maggioranza a Palazzo Madama, dove i numeri sono risicati. Tra i leghisti dovrebbero avere una poltrona di sottosegretario anche Massimo Garavaglia, ex assessore al Bilancio in Lombardia con Roberto Maroni, Nicola Molteni (fedelissimo di Giorgetti). Roberto Garofoli, capo di gabinetto di Pier Carlo Padoan e magistrato del Consiglio di Stato, punta a tornare a Palazzo Chigi dove ha occupato il ruolo di segretario generale nel governo Letta.