Berlusconi, esecuzione della pena firmata (e sospesa) dal pm di Milano

Il pm di Milano Ferdinando Pomarici ha firmato l'ordine di esecuzione della pena con contestuale sospensione della stessa a carico di Silvio Berlusconi, in relazione alla condanna definitiva del processo Mediaset per frode fiscale a quattro anni di reclusione di cui tre indultati. Il provvedimento è stato affidato per la notifica ai carabinieri.
Berlusconi avrà tempo presumibilmente fino a metà ottobre per chiedere l'affidamento in prova ai servizi sociali o gli arresti domiciliari. La decisione sarà presa poi dal tribunale di sorveglianza.
La sentenza viene inviata al Senato nel rispetto del decreto anticorruzione che prevede la decadenza da parlamentare di chi viene condannato a una pena superiore ai due anni.
Il procuratore di Palermo, Francesco Messineo, non commenta: "Non ho ancora il provvedimento - si limita a dire - ma comunque non voglio dire niente". Nel suo ufficio, invece, i pochi magistrati presenti sono un po' disorientati e in tensione. Il capo della Dda, infatti, secondo la prima commissione del Csm, che il 25 luglio ha chiesto di archiviare la procedura di trasferimento per incompatibilita' ambientale, non ha "perso - si legge adesso nelle motivazioni - la capacita' di esercitare con piena indipendenza e imparzialita' le sue funzioni", ma la procura che dirige e' "percorsa da forti contrasti, da reciproche diffidenze e da mai sopite polemiche, che di certo ne appannano l'immagine, quando non rischiano di pregiudicarne l'operato".
Alcuni pm si limitano ad osservare che "la situazione e' molto difficile", in un ufficio che "vive forti tensioni" e in cui si avverte "la mancanza di una linea precisa, non da ora". "Rimanere cosi' un altro anno non sara' semplice", dice un magistrato. L'organismo presieduto dal laico del Pd Glauco Giostra, dopo avere contestato a Messineo la procedura per il trasferimento causa incompatibilita' ambientale, propone l'archiviazione al plenum, che decidera' il mese prossimo, alla ripresa dei lavori. Dopo avere inizialmente deciso con tre voti a favore e tre astensioni, la lettura delle otto pagine scritte dal presidente, ha portato a 5 i voti a favore. Conferma l'astensione solo il togato di MI Francesco Vigorito. Gli atti sono stati poi trasmessi alla quinta commissione, perche' ne tenga conto se e quando Messineo presentera' domande per andare a ricoprire incarichi direttivi: nel luglio 2014 infatti l'alto magistrato scadra' dal suo attuale incarico di capo della Dda di Palermo. Resta la contestazione di non aver saputo tenere unita la procura, mentre la "soggezione psicologica e professionale" del procuratore rispetto alla "condizionante ascendenza" del suo ex aggiunto Antonio Ingroia "e' davvero difficile sia affermarla che escluderla".