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Politica
Tutti pronti a sventolare l'agenda Draghi: ma lui è d'accordo?
Mario Draghi 

Tutti vogliono l'agenda Draghi: ma lui lo sa?

Uno spettro si aggira per l’Italia? Ma non è quello del comunismo così suggestivamente descritto nel Capitale di Karl Marx, ma più modestamente quello dell’”Agenda Draghi” come se fosse un ben preciso programma politico, con tanto di capitoli, sotto capitoli, indice, prefazione e postfazione e, soprattutto, obiettivi chiari e tempi per raggiungerli che se no è pura fuffa. In verità è una situazione assolutamente surreale.

Enrico Letta si è intestato questa fantomatica “Agenda Draghi” che non si trova manco fosse quella rossa di Paolo Borsellino. Forse ce l’ha lui ben chiusa in uno di quei bei cassetti in legno intarsiato e pregiato che fanno bella mostra di loro al Nazareno? Se è così, la prego Segretario, ce la mostri. Ce ne dia contezza. Almeno in foto, ci accontentiamo. Ma anche Carlo Calenda si è intestato la stessa agenda, insieme naturalmente a Mara Carfagna e Mariastella Gelmini e a tutti i riformisti liberali (o supposti tali) del mondo.
Peccato che anche il “traditore” Giggino ‘a cartelletta, al secolo Luigi di Maio da Pomigliano d’Arco, dell’Agenda ne abbia fatto un mantra salmodiante e c’è da dire che da arguto napoletano è stato il primo a tirarla fuori (l’idea, non l’Agenda), fregando sul tempo tutti gli altri, compreso il suo amorevole più che bigamo sposo Bruno Tabacci, a cui non è restato che accodarsi.

Insomma, solo in Italia poteva accadere che si utilizzasse un termine acchiappavoti senza neppure che l’interessato ne sappia niente. Che l’Agenda ci sia ciascun lo dice dove sia nessuno lo sa. Peggio dell’Araba fenice o del Santo Graal. Perché Mario Draghi, ex banchiere centrale europeo, un po’ di prestigio da difendere giustamente ce l’ha ancora e sta ben attento a non avvicinarsi troppo al letamaio attuale dove gli schizzi di fango (eufemismo) salgono alti nel cielo peggio che le vampate di fuoco in Blade Runner. Però, a questo punto, visto che ormai tutti aderiscono a questa fantomatica “Agenda Draghi” forse l’interessato due parole le potrebbe spenderle, visto che lui non pare avere più intenzione di occuparsi di politica.

Paradossalmente gli unici che dicono di non aderire all’Agenda Draghi, che ha i suoi punti di forza (pare) nei rigassificatori, nel Pnrr e nel sostegno all’Ucraina con relative bombe, sono Europa Verde e Sinistra italiana di Bonelli e Fratoianni. Però anche loro cercano alla fine un accordo con i principali fautori di detta Agenda, e cioè Letta e Calenda. Insomma, una situazione tipicamente nostrana, casereccia, come il prosciutto con il formaggio, la fonduta, o la pochetta dei Castelli romani. Cose che in Italia ti puoi aspettare in continuazione perché la fregatura è ovunque. Solo da noi, ad esempio, ci sono stati truffoni apocalittici sui bonus edilizi, con prezzi gonfiati da subito e con paduli finali che hanno, come al solito, trovato comodo nido nel deretano degli italiani che sono rimasti col cerino (diciamo così) in mano (diciamo ancora così). Ma questa è un’altra storia.
 

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