Un ddl del Pd sulla ineleggibilità. Il Cav scelga: o l'Aula o le aziende
IL PD SI DIVIDE SULLA PROPOSTA DEI 25 “Sono esterrefatta, spero di aver capito male la proposta del capogruppo Zanda”. Laura Puppato, senatrice del Pd, contattata da Affaritaliani.it, boccia il ‘disegno di legge dei 25’. “E’ sbagliato depositare un ddl del genere, in questo frangente, con le fibrillazioni nel Pdl dopo la decisione della Cassazione di fissare a fine mese la sentenza sul caso Mediaset e la richiesta giacente in Giunta sull’ineleggibilità. Questi elementi rischiano di alimentare il sospetto che tutto sia avvenuto in funzione del caso Berlusconi. La tempistica è quantomeno inopportuna”. Non la pensa allo stesso modo un’altra senatrice del Pd, Rosa Maria Di Giorgi, renziana doc, che ad Affari spiega: “Sono nel gruppo di coloro che pensano che non si sarebbe dovuto votare per la ineleggibilità di Berlusconi. Esamineremo la proposta. Le mani su questa legge bisogna evidentemente metterle. Certo questo tema non è tra le priorità del Paese”.
Di Tommaso Cinquemani
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Cambiare la legge del 1957 sulla ineleggibilita' e prevedere che il conflitto d'interessi degli eletti, che siano anche azionisti di controllo, non dia luogo all'immediata decadenza dal mandato parlamentare, ma determini una situazione di incompatibilita'. E' quanto prevede un disegno di legge del Pd, a prima firma Massimo Mucchetti, salito agli onori delle cronache gia' nello scorso giugno e non ancora assegnato per la discussione.
Il ddl difficilmente si potra' applicare al caso dell'ex premier Silvio Berlusconi, a meno che il provvedimento non venga approvato di gran carriera prima che la giunta per le elezioni del Senato abbia preso una qualche determinazione. Se cosi' fosse, e passassero le nuove norme, il leader del Pdl si troverebbe a decidere se accettare la 'conditio sine qua non' di vendere le aziende per restare in Parlamento.
Composto di quattro articoli il ddl, viene spiegato, offre ancora la scelta tra il restare parlamentare, rimuovendo in radice la causa di incompatibilita', e il rinunciare al mandato, salvaguardando la propria posizione di azionista. Per rimuovere la causa di incompatibilita', l'azionista di controllo di una societa' eletto parlamentare deve conferire entro trenta giorni ad un soggetto non controllato ne' collegato il mandato irrevocabile a vendere entro 365 giorni le partecipazioni azionarie di cui sopra a soggetti terzi, ossia a soggetti senza rapporti azionari ne' professionali con il venditore e comunque a soggetti diversi dal coniuge, dal convivente more uxorio e dai parenti fino al quarto grado e affini fino al secondo grado, nonche' a soggetti diversi dagli amministratori delle societa'. I due termini di 30 e 365 giorni devono intendersi come perentori. Per 'rimozione in radice' si intende la vendita della partecipazione di controllo.
MUCCHETTI - "Pensavo che c'e' un problema di conflitti di interesse che la legge del '57 non intercetta perche' riguarda un' Italia di mezzo secolo fa, e che questi conflitti che vanno intercettati e risolti nell'Italia del 2013". Il senatore Massimo Mucchetti cosi' risponde, interpellato telefonicamente sul ddl del Pd che abroga l'articolo 10 della legge sull'ineleggibilita' e lo sostituisce con la incompatibilita', per cui l'imprenditore eletto deve scegliere fra le sue societa' e lo scranno parlamentare. Si tratta di un ddl pensato per il caso Berlusconi? "Ci sta anche la posizione di Silvio Berlusconi - risponde Mucchetti - nella relazione al ddl lui e' nominato una volta sola, altri di piu'".
Mucchetti non nasconde la sorpresa: "Sono stupito - dice infatti - dal clamore che suscita adesso questa proposta e dallo scarso interesse che ha avuto quando e' stata eleborata e presentata. Questo mi fa pensare a una disattenzione allora e un'attenzione che potrebbe essere strumentale adesso". Il testo "dovra' esser assegnato alla commisione Affari Costituzionali" di palazzo Madama, spiega Mucchetti a chi gli chiede quali siano i tempi di un'approvazione del ddl e se possano esser meno celeri di quelli della giunta per le elezioni nel cui ordine del giorno e' stato portato dal Movimento 5 stelle il caso dell'ex premier. Poi sulla giunta osserva: "Non e' detto che arrivi subito a una decisione, ci sara' un'istruttoria".
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