Un riformatore moderato al Colle. Quello che ci voleva
Di Alberto Maggi
Trenta minuti di lezione costituzionale. Sergio Mattarella si è presentato alla Camera per il discorso di insediamento con parole sobrie e autorevoli. Il suo settennato sarà un mix fra un'attenta e scrupolosa difesa della Costituzione e una spinta al rinnovamento e alle riforme.
Sostegno quindi al processo di cambiamento avviato dal governo Renzi ma anche nessuna concessione in caso di errori o sviste nella stesura dei decreti e delle leggi. Senza retorica, il Presidente ha ricordato gli ultimi, chi è senza lavoro, chi soffre per la crisi economica. Notevole il passaggio sulla lotta alle mafie e applauditissimo l'appello all'impegno per riportare a casa definitivamente i due marò dall'India. Tema non toccato da Napolitano nel discorso di fine anno.
Mattarella, stando alle sue prime parole ufficiali, sarà un rigoroso custode della Carta pronto a innovare. Forse quello che ci voleva davvero in una fase di aspra contrapposizione tra un premier che sembra sempre più onnipotente e le opposizioni piccole, divise ma sempre pronte ad alzare i toni dello scontro politico. Mattarella non sembra affatto un uomo della Prima Repubblica ma un moderato riformatore. Lo vedremo alla prova dei fatti. Quando è se ci saranno motivi di tensione con chi lo ha scelto e votato. Per il momento possiamo solo dire tanti auguri di buon lavoro, Presidente. E auguri all'Italia e agli italiani. Ce n'è davvero bisogno.
(@AlbertoMaggi74)