Vertice al Quirinale sulla legge elettorale
Giorgio Napolitano l'aveva detto chiaramente ieri a Firenze: il Parlamento deve mettersi al lavoro sulla legge elettorale ed entro il 3 dicembre, prima che arrivi la sentenza della Corte costituzionale sul Porcellum. E a tambur battente, questa mattina al Quirinale c'e' stata una riunione tra il presidente della Repubblica, governo e maggioranza.
Al Colle sono saliti i ministri delle Riforme, Gaetano Quagliariello, e dei Rapporti con il parlamento, Dario Franceschini, i capigruppo di maggioranza del Senato, dove la riforma e' incardinata, insieme con la presidente della commissione Affari Costituzionali, Anna Finocchiaro.
L'urgenza ricordata da Napolitano potrebbe contribuire a dare al confronto nella maggioranza la spinta necessaria ad accelerare su un'intesa tra Pd, Pdl e Scelta civica. Il segnale arrivato ieri proprio a palazzo Madama, con il voto sul filo del rasoio del ddl di riforma costituzionale, e' stato letto da molti come un segnale preoccupante. E ad appesantire il clima non e'
solo lo scontro piu' o meno latente tra i partiti di maggioranza, ma le vicissitudini interne alle forze politiche. Il Pdl ancora deve sciogliere i nodi che qualche settimana fa hanno portato il governo sull'orlo della crisi. Scelta civica e' dilaniata. E il Pd e' alle prese con il congresso in cui le riforme, a partire da quella del Porcellum, sono a pieno titolo argomento di battaglia. Non e' un caso che Matteo Renzi batta su questo tasto un giorno si' e l'altro pure.
"Dobbiamo giustificare davanti al nostro elettorato la necessita' di fare accordi con una forza politica il cui leader accumula ulteriori responsabilita', certo da dimostrare. Quello che e' meno chiaro sono i benefici", ha chiarito Paolo Gentiloni. "Se avessimo sull'altro piatto della bilancia un quadro di larghe intese che produce riforme, che riesce a fare una legge elettorale, o a trovare una via d'uscita per la crisi, il rapporto costi-benefici starebbe in equilibrio. Non e' cosi'", ha avvertito l'ex ministro, ora vicino proprio a Renzi.