Passeggeri imbufaliti per essere stati trattati come "parco-buoi" negli aeroporti italiani, alle prese con una serie di disservizi causati dall'emergenza neve e gelo, e Compagnie Aeree - in primis Alitalia - che scaricano i disagi sui clienti costretti a subire ogni loro decisione: lontane miglia da una corretta e sostenibile politica di customer care.
Attese estenuanti nei terminal, nonostante fuori si sapesse che gli aeroporti erano chiusi al traffico, riprotezioni a distanza di 48 ore nonostante le disponibilità su voli più immediati, inviti a trovare soluzioni alternative per proprio conto nonostante i check-in già effettuati, per non parlare delle convocazioni in aeroporto di prima mattina, per i passeggeri in carico e alloggiati tremporaneamente in hotel, nonostante l'accertata chiusura degli aeroporti di destinazione.
Un bailamme evidenziato nei post da "sfogo impotente" sui diversi social network, che motiva il senatore Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR) a presentare un'interrogazione urgente al Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Derio, chiedendo risposte immediate e chiare:
"Da una parte la gravissima crisi di Alitalia con lo spettro del licenziamento per centinaia di persone - denuncia d'Ambrosio Lettieri - dall’altra parte la riduzione, se non proprio assenza, di servizi basilari soprattutto nell'aeroporto di Bari, cartina al tornasole di una situazione che sta producendo effetti deleteri non solo sulla intera comunità pugliese, ma anche sull’economia del Mezzogiorno che più risente dell’assenza di un piano industriale adeguato alle necessità del Paese. Per non parlare del costo dei biglietti da Bari, che possono arrivare a mille euro".
“Secondo indiscrezioni Alitalia avrebbe intenzione di procedere ad un taglio consistente di personale pari a circa 1500 unità”, afferma d’Ambrosio Lettieri, “il Ministro deve chiarire se questo è vero, se è stato approvato il piano industriale di Alitalia predisposto per l’anno 2017 e se preveda una riduzione della flotta aerea di 13 o più aeromobili. Vogliamo sapere anche se risulti che, nei bilanci 2016 e 2017, siano previste perdite e per quale ammontare. E soprattutto cosa intenda fare per salvaguardare professionalità riconosciute in tutto il mondo e che sono la spina dorsale della nostra compagnia di bandiera, per arginare gli effetti poco vantaggiosi della politica industriale fin qui attuata da Alitalia ed evitare le inefficienze che recano nocumento ai passeggeri”.
“A fronte dell’annunciato piano di rilancio di Alitalia”, denuncia, inoltre, il senatore nella interrogazione, “la compagnia ha, invece, posto in essere una serie di drastiche riduzioni della qualità del servizio offerto ai passeggeri che transitano nell’aeroporto di Bari. Ad esempio, l’utilizzo della sala di prima classe, il servizio di transito veloce per i viaggiatori in possesso della carta "Freccia alata" o “Millemiglia” e, da ultimo, il mancato utilizzo dei finger di collegamento con gli aeromobili, che sono in tutto 4 e rientrano nei costi di ampliamento dell’aerostazione passeggeri pari a 16 milioni di euro”.
D’Ambrosio Lettieri sottolinea, inoltre, che “Come se non bastasse, alla contrazione della qualità dei servizi offerti, Alitalia ha contrapposto uno spropositato aumento delle tariffe che, in particolare, per le tratte da e per Milano e Roma, possono raggiungere e superare il costo di mille euro. Una follia. Il Governo ci deve spiegare perché in uno scalo all’avanguardia, come quello del capoluogo barese, che dovrebbe funzionare con i moderni mezzi di cui, fra l’altro, già dispone e per cui sono stati spesi dei soldi, devono essere tollerati disservizi e disagi”.
(gelormini@affaritaliani.it)
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