Antonia Arslan a Bari
La memoria armena

Il Centro Studi Hrand Nazariantz di Bari sarà partner del Club Lions “Bari Isabella d’Aragona” il giorno 8 giugno, alle ore 18.00, presso la Sala Consiliare del Comune di Bari, di un incontro con Antonia Arslan sul tema “Da La masseria delle allodole a Il libro di Mush – Tragedia e speranza del popolo armeno”.
La Arslan autrice del primo romanzo popolare sulla tragedia del genocidio armeno. "Nei suoi libri - ricorda il presidente del Lions Club Carlo Attili - descrive con toni accorati e nostalgici la vita del popolo armeno prima e durante la tragedia del genocidio, mentre nel suo ultimo lavoro narra le vicende del libro di Mush, vero e proprio capolavoro di arte e di fede, perduto nell’incendio di un convento, ritrovato e messo in sicurezza dopo una epica marcia di salvezza."
Antonia Arslan torna in Puglia a distanza di pochi mesi dal precedente incontro a Monopoli dello scorso Febbraio, a testimonianza del solido legame con la Comunità Armena Pugliese e con il Centro Studi Hrand Nazariantz di Bari.
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Antonia Arslan, laureata in archeologia, è stata professore di Letteratura italiana moderna e contemporanea all'università di Padova.
Attraverso l'opera del grande poeta Daniel Varujan, del quale ha tradotto (con Chiara Haiganush Megighian e Alfred Hemmat Siraky) le raccolte "II Canto del Pane"(1992) e "Mari di grano"(1995), ha riscoperto la sua profonda e inespressa identità armena (il vero nome della sua famiglia è infatti Arslanian).
"La Masseria delle Allodole", è il suo primo romanzo, con cui ha vinto il Premio Campiello 2004. In questo sconvolgente libro, Antonia Arslan attinge ai ricordi familiari per raccontare la tragedia di un popolo “mite e fantasticante”, gli armeni, e la struggente nostalgia per una terra e una felicità perdute.
La masseria delle allodole è la casa, sulle colline dell’Anatolia, dove, nel maggio 1915, all’inizio dello sterminio degli Armeni da parte dei Turchi fra massacri, morte e disperazione tre bambine e un “maschietto-vestito-da-donna” salperanno per l’Italia, dove li accoglierà lo zio Yerwant, nonno dell’autrice, “colpevole di essere sopravvissuto”, perché emigrato giovanissimo.
L'interesse per questo libro stato notevole e l'autrice ha ottenuto vari riconoscimenti quali il "Premio Letterario della Poesia Religiosa" in Campania ed il "Premio del libraio, citta’ di Padova 2005".
(gelormini@affaritaliani.it)