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Arcelor, Emiliano: 'Difesa occupazione, formazione e rispetto Trattato Parigi'

Riunione fiume a Palazzo Chigi, per la vertenza Arcelor Mittal. L'intervento integrale del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al tavolo convocato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla presenza dei ministri, dei sindacati, dei sindaci del territorio.

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“Non è capitato spesso che io abbia condiviso dalla prima all’ultima parola l'intervento di un presidente del Consiglio in questa sala, ma stasera è successo. In sede politica credo che la posizione che il Governo ha preso sia ineccepibile in termini di difesa del diritto e della dignità del nostro Paese.

In sede amministrativa noi come Regione Puglia sosterremo il contenzioso in atto, nel limite delle possibilità tecniche che l’avvocatura di Stato ci indicherà, e cercheremo di fornire al governo elementi di prova per dimostrare il dolo e forse anche la premeditazione di questo recesso da parte di Arcelor Mittal. Pensiamo di avere acquisito negli anni, nella memoria e negli atti, diversi elementi che ci possono far pervenire a una conclusione di questo genere.

La sfida della decarbonizzazione che il presidente Conte ha annunciato, noi la condividiamo e la sosterremo in ogni modo possibile, con la consapevolezza delle difficoltà che questa strada apre. Perché sono anni che mi ripetono che questa strada è difficile e che costa troppo.

Ilva arcelormittal operai

Ma le nostre comunità sanno bene quali sono i costi reali della produzione a carbone in termini di salute e di economia e per questo sosteniamo che la decarbonizzazione sia l’unica strada possibile, che peraltro aprirebbe possibilità di lavoro e di ricerca per tutti i soggetti che si misurano con la modernità.

E sarebbe anche una mossa competitiva e intelligente, perché se l’Italia dovesse disporre della prima grande acciaieria Carbon free può pretendere dall’Europa sostegno economico e protezione dalle produzioni inquinanti.

Dico questo con cognizione di causa: la Regione Puglia ha avuto l’onore di ricevere dal Comitato delle regioni il compito di redigere il parere sulla strategia UE sui mutamenti climatici di lungo periodo. Nell’ambito di questo lavoro siamo riusciti ad avere contatti con la Commissione Europea sino a convincerla della necessità di ricominciare a finanziare l’innovazione tecnologica delle acciaierie, per diminuire le emissioni di Co2 e di sostanze cancerogene, ma anche per rispettare il Trattato di Parigi.

Cop21 Emiliano Paris

Abbiamo quindi a disposizione una serie di possibilità finanziarie per avviare attività che, senza rinunciare alla produzione di acciaio, possano diversificare la produzione e mantenere livelli occupazionali, dando quella pluralità al Sistema industriale tarantino che lo sottrarrebbe alla monocultura dell’acciaio. Il valore strategico della fabbrica è definito dalla legge e quindi oggi non è in discussione. Ma questa fabbrica deve avere la possibilità di avviare la sua Decarbonizzazione senza licenziare nessuno.

La Corte Costituzionale è stata chiara: il sacrificio del diritto alla salute rispetto al diritto alla produzione era possibile nell’ambito di un tempo determinato oltre il quale non si può andare. Bisogna intervenire avendo consapevolezza che l’equilibrio delicato della fabbrica deve essere presidiato dalla efficienza e velocità degli interventi. Chiediamo attraverso il processo di decarbonizzazione e tutte le cautele possibili, di difendere il diritto alla salute dei cittadini che hanno sopportato l’Ilva per 50 anni.

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L’Ilva per la nostra comunità non è un pensiero felice, è una specie di condanna alla quale ci siamo forse rassegnati, alla quale abbiamo prestato obbedienza in quanto italiani. Però adesso la misura è colma. La questione della salute va messa al primo posto facendo molto meglio di quanto fatto sino ad oggi.

Noi siamo determinati, visti i sacrifici di questi 50 anni, a difendere i livelli occupazionali: è una linea del Piave sulla quale non possiamo fare passi indietro. Andare a dire a queste persone che hanno livelli epidemiologici più alti rispetto alla media delle altre aree della Puglia e dell’Italia, che qualcuno li vuole anche licenziare o mettere in cassa integrazione è inaccettabile.

Dobbiamo prevedere qui una difesa assoluta dei livelli occupazionali e vedremo in quale maniera, se con Arcelor Mittal o senza, ma su questo credo che la posizione del Governo e della Regione coincida.

Infine, annuncio che oggi come Regione Puglia abbiamo pubblicato un bando, con una base di dieci milioni di euro, per sostenere il reddito e la formazione dei lavoratori in Cassa Integrazione, realizzando una precisa richiesta del sindacato. Con fondi nostri che verranno messi a disposizione di migliaia di lavoratori pugliesi.

Il governo può contare su di noi. In tutte le sedi possibili sosterremo la posizione che condividiamo per una questione di tutela della dignità del paese.

Nessuno può prenderci in giro e dare addirittura l’impressione che lo Stato abbia mancato alla parola, prendendo a pretesto un aggiornamento della legislazione per non incorrere nell’inevitabile, imminente pronunciamento della Corte costituzionale.

Siamo seduti qui, a prescindere dalle parti politiche diverse, per lavorare nell’esclusivo interesse del paese”.

(gelormini@affaritaliani.it)

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Pubblicato in precedenza sul tema: Ilva Taranto, la scelta coraggiosa (di A. Gelormini)

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