Ballottaggi, Di Paola cerca il sorpasso:
“È l’ultima chance per cambiare”
Bari - Mimmo Di Paola punta alla remuntada e si prepara agli ultimi sette giorni di ballottaggio: “Sono in campo fino all’ultimo minuto dei supplementari”, ripete a chi gli chiede come abbia intenzione di recuperare i quattordici punti percentuali che lo separano dall’avversario. E se a destra l’aria è già pungente, tra stilettate, posizionamenti e primi avvertimenti sulle regionali del dopo Vendola, il leader di Impegno Civile ci crede e serra le fila con Affari: “I dieci anni di opposizione della coalizione che guido? Non sono un analista politico ma si sono avvicendate formazioni e configurazioni diverse e non si può dire che non abbiamo proposto una visione chiara di sviluppo”.
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Allora ingegnere, pochi giorni fa la chiamata alle armi per i suoi, prima dello sprint finale: che cosa cambia in questa settimana rispetto al primo turno e nelle strategie adottate finora?
“Una settimana è passata velocemente, tra incontri con i sostenitori e con i cittadini. ora dobbiamo spiegare bene ai cittadini perché stiamo chiedendo loro il voto. E cambia poco perché è la visione della città e delle cose da fare ad essere differente, rispetto a quella del mio competitor, che vuole una città chiusa su se stessa. Io ne voglio una più sicura, più attrattiva, attraverso l’apertura alle realtà internazionali, all’attrazione di capitali. Non voglio fare l’americano ma sono convinto che non sia dare 400 euro a 400 persone il modo per risolvere i problemi della nostra economia e della nostra disoccupazione”.
Intanto, Desirèe Digeronimo e il M5S hanno annunciato che non faranno apparentamenti e l’elettorato di centrodestra è storicamente poco affezionato al turno di ballottaggio. Come si allarga la base del consenso? Basta giocare di sponda col voto grillino?
“Si allarga facendo capire che questa non è una competizione normale: è l’ultima chiamata per il cambiamento e per evitare il rischio di una continuità di governo di centrosinistra che renderebbe Bari ancora più agonizzante. È molto di più di una semplice alternanza e dobbiamo dirlo ai nostri elettori, ai delusi del centrosinistra, a quelli che una settimana fa non sono andati a votare. E ci tengo a chiarire che non ho agitato nessuno spauracchio sul Movimento Cinque Stelle, col quale, anzi, ho anche punti di convergenza sul piano programmatico. Mi sono soltanto chiesto: gli elettori di Grillo voteranno al ballottaggio il braccio destro del loro “nemico”?”

Da Ncd, Massimo Cassano ha profetizzato l’“ennesima sconfitta annunciata” e parlato di “candidatura sbagliata”, mentre FI fa i conti con un non troppo lusinghiero 12%. Quanto teme che questo clima teso possa danneggiarla? Non avere un partito solido alle spalle potrebbe indebolirla, una volta a Palazzo di Città, nelle dinamiche interne alla coalizione?
“Credo che ora conti il giudizio dei cittadini sul candidato e penso di aver dimostrato con la mia storia di non essere un trucco. Le dinamiche nazionali di contrapposizione si devono mantenere fuori da questa partita. Quando sarò Sindaco mi muoverò all’interno della coalizione con rispetto di tutti ma autonomia di visione e, se osserviamo i motivi di screzio, vedremo che non riguardano né la qualità delle proposte, né quella del programma. Ho puntato sull’internazionalizzazione, sul dialogo pubblico – privato, sulla cittadella della Giustizia? Se anche un partito che mi sostiene fosse stato contrario rispetto a questi temi, sarebbe venuto meno lo stesso senso della mia candidatura. E poi, se guardiamo al mio avversario, il rinnovamento del centrosinistra è tutta teoria, basta vedere le liste”.
Prima, però, bisogna passare dalla urne. E la sua, di lista civica, si è fermata al 3,7%...
“Non mi sono mai fatto illusioni ed ero cosciente che la stima che raccolgo tra i miei cittadini fosse diversa dal consenso elettorale, né mi sono posto problemi sulla mia affermazione personale durante tutta la campagna. Penso, invece, che una lista civica nella quale i singoli prendono più di mille voti ciascuno, di civico abbia ben poco. E poi la mia lista ha preso più di Sel, che è il partito del Presidente della Regione. Non è poco. Mi sono comportato da buon padre di famiglia con i candidati della mia coalizione”.
Quindi, da buon padre di famiglia, resterebbe a guidarli in Consiglio, se le urne dovessero affidarle il ruolo dell’opposizione?
“Se danno anche a me un posto da onorevole alternativo, ci penso”. [ride ndr]
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A proposito del suo avversario, una della accuse che le muove è di essere poco chiaro sulle coperture economiche. Ha parlato di coinvolgimento del mondo della finanza ma a che titolo e in che termini?
“La questione è molto semplice, mica voglio vendere la città. Significa attrarre finanziatori e finanziamenti su progetti specifici. Se mi permette un esempio più largo, un po’ come ha fatto Paparesta con il Bari: intendo dire che serve un approccio imprenditoriale per rendere appetibile la città rispetto agli investimenti esterni, il che funzionerebbe da rilancio anche sull’economia interna. Le coperture pubbliche, da sole, non bastano. Chi dice questo fa un compito da scolaretto e vuol costruire la Ferrari con il Meccano”.
(a.bucci1@libero.it)