Bari, 29enne suicida in carcere
Paolini: 'ARCA chiede Garante dal 2009'
di Carlo Paolini*
Il suicidio di un giovane di 29 anni all’interno del carcere barese ripropone la grave situazione in cui versa l’Istituto penitenziario della città.
Ancora una volta la segreteria generale del Coordinamento sindacale penitenziario ha denunciato le tantissimi situazioni al limite in cui vivono i carcerati a causa del sovraffollamento detentivo e delle gravi criticità strutturali e sanitarie a cui si aggiunge la carenza degli organi di Polizia penitenziaria.
È purtroppo un film già visto tantissime volte, ogniqualvolta nel carcere avvengono gravi episodi.

Si levano da più parti appelli, denunce ma di fatto nel giro di pochi giorni il tutto rientra nella normalità barese ovvero nel silenzio. Basti pensare che nella consiliatura appena conclusa è rimasta dolosamente inevasa la proposta di delibera da me presentata ed elaborata all’interno dell’ARCA Centro di Iniziativa Democratica per l’istituzione dell’ufficio del Garante dei diritti dei detenuti: una proposta presentata nel lontano 3 settembre 2009 e iscritta all’ordine del giorno del Consiglio comunale dal dicembre dello stesso anno.
E pensare che aveva ricevuto il parere favorevole delle circoscrizioni, dell’assessorato al Welfare, del Segretario generale e ultimamente anche del Garante regionale.
Nessuna voce consiliare si è mai levata per discutere e approvare tale figura prevista peraltro dal nostro Statuto comunale, salvo poi parlare di tutela dei diritti solo ed esclusivamente in campagna elettorale. Faccio pertanto appello a nome anche dell’ARCA Centro di Iniziativa Democratica al nuovo Sindaco, (soprattutto se come spero sarà Antonio Decaro), perché si riprenda quella delibera, la si faccia propria portando Bari a livello delle città più evolute, con l’istituzione degli uffici del Tutore civico dei diritti dell’Infanzia e del Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale.
*Ex Consigliere Comunale