Bari e
le cerniere metropolitane

Da più parti sono sollecitato ad intervenire come candidato sindaco di questa città, quando non mi si domanda se ho delle idee. Dico che per il momento non c’è ancora una mia candidatura sul piatto, poi si vedrà. Certo è che ci sono temi sui quali io e il Maniesto per Bari interveniamo ogni giorno con competenza.
Trovo tuttaia così interessante l’avvio di questa campagna elettorale da arrivare a considerarla come un nuovo laboratorio. In questo laboratorio la stampa sta giocando un ruolo determinante, se vogliamo perfino di orientamento delle idee generali sulla città, e questo è un bene.
Penso infatti che grazie alla stampa tutta avremo a che fare con dibattiti pubblici sui temi del malessere e del benessere di Bari. Un primo punto sul quale mi piace sempre dire la mia è quel nesso che c’è tra Bari e il resto dell’area metropolitana. Bari è il centro, certo, ma è anche sede di problematiche presenti in gran parte dei comuni dell’area.
Da qui voglio ripartire per costruire cerniere, legami sociali e produttivi, lavoro, connessioni tra territori migliorando il sistema dei trasporti e la circolazione delle idee, l’innalzamento della qualità della vita e della cultura media. In questa prospettiva di sistema, io penso che Bari abbia bisogno di affetto, di un amore profondo e di tanta cura.

La cura che noi mettiamo nella costruzione di idee deve essere adoperata per curare le povertà ed i beni comuni con un sistema ampio di welfare che preveda l’attivazione ressponsabile dei cittadini. Vedo nel futuro di Bari un grande esercizio di prossimità, ma anche un sostanziale rinnovamento delle competenze di governo: più persone capaci e giovani. Vedo una città che si misuri con i problemi, non una città a misura dei problemi: una città che sappia rispondere collettivamente, assumendosi la responsabilità del proprio declino per rilanciare il proprio benessere.
Su questo voglio insistere: è la responsabilità civica di ciascuno che migliora le città, non le opinione vuote e i disvalori. Io mi sento responsabile di quello dìche dico e faccio dentro la città, perciò mi sento un cittadino, ma voglio fare di più, costruire civiltà. A partire dalle scuole, ma anche svuotando di senso luoghi come le sale bingo.
Vedo una città meno maschilista, più egualitaria, meno classista e più democratica. Vedo una città che rifà sistema con la cultura e l’educazione alla fruizione della cultura. Una città, insomma, che lavori tutta per tutta se stessa, che diventi un esempio come Torino.
Per farlo non basta Manifesto per Bari, ovvio, né una congrega di associazioni e partiti: serviamo tutti, tutti davvero. Soprattutto per questo noi di Manifesto per Bari proporremo a breve un ciclo i incontri pubblici tematici da tenersi prevalentemente nell’Ekoiné Ri-Pub di Picone, in un quartiere privato di identità, non a caso. E apriremo questi eventi a tutti i cittadini ed a tutte le cittadine di Bari, singoli ed organizzati. Perchè a noi piace la compagnia, non la solitudine, la democrazia, non l’oligarchia.