Paolini: 'Ok accorpamento. Per i Municipi, si vedrà' (di A. Gelormini)

La maggioranza di centrosinistra al Comune di Bari approva la delibera che apre le porte al decentramento amministrativo, attraverso la riduzione da nove a cinque circoscrizioni che coincideranno, col varo del regolamento attuativo (entro marzo 2014), con i municipi cittadini. Ad essi saranno trasferite gran parte delle competenze attualmente in capo al Comune.
Verrà dimezzato anche il numero dei consiglieri circoscrizionali, che da 134 passerà a 76, con conseguente riduzione delle spese amministrative.
I confini delle nuove circoscrizioni: Murat, San Nicola. Libertà, Madonnella, Japigia-Torre a Mare (20 consiglieri); Picone, Poggiofranco, Carrassi, San Pasquale, Mungivacca (20 consiglieri); San Paolo, Stanic,Villaggio del Lavoratore, San Girolamo, Fesca, Marconi (14 consiglieri); Carbonara, Ceglie, Loseto (12 consiglieri); Palese, Santo Spiriti (10 consiglieri).
Al Consigliere Carlo Paolini, protagonista attivo sul tema a Palazzo di Città, e voce spesso critica sulle possibili evoluzioni del percorso di decentramento, Affaritaliani.it Puglia ha chiesto alcune riflessioni in merito
Paolini, il suo scetticismo sulla realizzazione dei Municipi a Bari adesso può rientrare?
Va subito detto che la delibera che accorpa le circoscrizioni da 9 a 5 non rappresenta l’istituzione dei Municipi. Essa risponde per lo più alla necessità di un risparmio pubblico, per cui i consiglieri circoscrizionali sono stati tagliati del 50%.

Che è già una cosa. Ma davvero si riduce solo a questo la delibera tanto sbandierata sull’accorpamento delle circoscrizioni?
Realizzare i municipi significa innanzi tutto pensare Bari quale città metropolitana. Ciò significa, allora, inserire Bari in un contesto geografico-territoriale più ampio, definendo i confini dell’area metropolitana. Pertanto, in quest’ottica, bisogna aprirsi a politiche amministrative legate sinergicamente con i Comuni dell’area metropolitana a partire da quelli limitrofi. Non possiamo parlare di Bari ‘città metropolitana’, rimanendo ancora chiusi in politiche amministrative monocentriche, che toccano l’esclusivo territorio della città. Con amarezza dobbiamo constatare come dal 2005 ad oggi, purtroppo, non si è tenuto in debito conto l’iter politico-amministrativo per la nascita della città metropolitana. Di questo processo, più volte da me sollecitato in aula di consiglio, purtroppo non c’è traccia nella delibera presentata ai lavori consiliari
Ci sta dicendo che l’accorpamento non è cosa propedeutica ai Municipi?
Lo stesso accorpamento approvato non può rappresentare neanche un’ipotesi geografica di future municipalità. Infatti, si passa da una circoscrizione di 99.567 abitanti ( la prima) a una di 28.590 ( la quinta, quella di Palese–Santo Spirito). I municipi, laddove sono stati realizzati, hanno una popolazione che si aggira dagli 80.000 ai 100.000 abitanti.

Ma l’approvazione non ha goduto di un’ampia maggioranza?
Il fatto più inquietante nel dibattito consiliare è stato rappresentato dalla quasi unanime volontà dei consiglieri di un accorpamento a tre circoscrizioni. In tale sintonia avevo anche presentato un emendamento, che il Segretario generale ha però dichiarato inammissibile: perché non erano indicate le vie di confine, che potevano essere però dedotte a mio avviso dai confini delle vecchie circoscrizioni. La popolazione di Bari veniva articolata su tre aree territoriali con pari popolazione ( circa 100.000 abitanti) e con quartieri legati fra loro in termini di sussidiarietà e solidarietà secondo anche un criterio di mobilità omogeneo.
Ma allora a cosa serve questo passaggio amministrativo?
Le 5 circoscrizioni approvate rispondono ad un impegno assunto dal Sindaco Emiliano nel garantire le autonomie di Palese-Santo Spirito e di Carbonara-Ceglie-Loseto che, peraltro, secondo una minoranza, vogliono diventare Comuni autonomi: questo non sarà possibile nell’ottica della città metropolitana. In tale visione, quindi, quello dell’attuale accorpamento rappresenta, a mio avviso, un fatto limitato nel tempo fino a quando, cioè, non saranno per legge nazionale (1 gennaio 2014?) definite le città metropolitane con i loro organismi, i municipi e anche la fine che faranno le amministrazioni provinciali, che dovrebbero essere abolite. Perciò la cosa non mi emoziona più di tanto.
Cosa succede ora?
Per dare un contenuto politico alla delibera ho presentato un emendamento, che impone all’amministrazione di attuare entro e non oltre il 31 dicembre 2013 quanto previsto dall’art.10 bis del Regolamento sul Decentramento, che prevede una maggiore autonomia delle circoscrizioni: autonomia gestionale, organizzativa e finanziaria in preparazione dei futuri municipi.
Questo emendamento, condiviso dal Sindaco, è stato approvato dal Consiglio comunale per cui ora siamo in attesa degli adempimenti relativi.
(gelormini@affaritaliani.it)