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Barletta, il Flex Robotic System Chirurgia oncologica di precisione

Si chiama Flex Robotic System, è il primo sistema robotico flessibile del suo genere utilizzato in Puglia e consente accesso e visualizzazione di aree anatomiche nascoste e difficili da raggiungere, ed è  stato presentato dal Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a Barletta.

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In dotazione presso l’Unità operativa di Otorinolaringoiatra dell’ospedale Dimiccoli di Barletta, diretta dal dottor Michele Barbara, il sistema robotizzato è stato già utilizzato per effettuare cinque interventi chirurgici di rimozione di neoplasie della bocca e della faringe

Il Flex Robotic System è realizzato dalla Medrobotic Corporation di Boston e ha un costo complessivo di 1milione e 500mila euro. La tecnologia, inventata nel laboratorio di robotica dell’Università Carnegie Mellon di Pittsburgh, è stata utilizzata in origine per la ricerca e il salvataggio di persone intrappolate e si è evoluta in chirurgia di precisione.

A differenza dei robot tradizionali che prevedono utilizzo di strumenti rigidi, il Flex Robotic System proprio perché estremamente flessibile, consente di raggiungere aree anatomiche nascoste, difficili da visualizzare e da trattare, attraverso le vie naturali come la bocca. I vantaggi per il paziente sono evidenti e notevoli: non solo l’uso di questo sistema robotizzato consente interventi di chirurgia conservativa, ma facilita anche il recupero post operatorio.   

“Oggi  - ha detto il presidente Emiliano, intervenuto alla cerimonia di inaugurazione - abbiamo festeggiato a Barletta l’installazione di una nuova apparecchiatura, prima in Italia, che consente di operare senza particolari traumi, attraverso la bocca, i tumori che sono situati in luoghi che in precedenza obbligavano demolizioni intere per poter poi asportarli". 

robot dimiccoli
 

"Quindi un passaggio enorme - ha proseguito Emiliano - in termini di benessere del paziente, di rapidità nei tempi di guarigione, con un investimento importante di un milione e mezzo di euro che la Asl Bat ha fatto anche grazie allo stimolo e agli approfondimenti scientifici del dottor Michele Barbara". 

"Non posso che esprimere la mia particolare soddisfazione - ha poi aggiunto il Governatore - certamente questa macchina non è miracolosa, non sostituisce certo il chirurgo, semplicemente allunga le sue mani all’interno del corpo di un essere umano senza particolari danni ulteriori. Quindi l’abilità del chirurgo viene aumentata dalla possibilità di dominare il braccio chirurgico".

Flex Barletta
 

"Questo nuovo robot - ha ribadito Emiliano - consentirà anche di diminuire i viaggi della speranza. Non sarà più necessario per i pugliesi andare in un’altra regione italiana o addirittura all’estero per operare difficili tumori della bocca o delle vie respiratorie, ma potranno farlo qui in Puglia con costi assolutamente più contenuti per le loro famiglie e anche rafforzando dal punto di vista scientifico e operatorio la qualità della nostra chirurgia".

"La casistica e il numero di operazioni che il chirurgo svolge è importante per aumentare la sua abilità. Perdere pazienti che vanno in altri luoghi - ha concluso Emiliano - significa non solo spendere più soldi e fare danno alle famiglie, ma anche non consentire ai nostri chirurghi la crescita professionale. E’ quindi importantissimo avere qui a Barletta questa macchina”.

“Ringrazio tutta la Asl e tutta la Regione – ha sottolineato Michele Barbara – per aver raggiunto questo traguardo atteso da un anno e che ci ha impegnato moltissimo nella realizzazione. C’è stato uno sforzo generale di tutti, nostro ma anche degli amministrativi e della direzione".

Barb ara Michele
 

"Questo strumento tecnologico - ha ricordato Barbara - è fondamentale non solo perché è il primo in Italia, ma perché daremo a tutti i cittadini di averlo a disposizione nel più breve tempo possibile. Lo abbiamo ottenuto solo al fine di migliorare l’assistenza dei pazienti affetti da neoplasie del cavo orale, della base della lingua e della laringe, organi fondamentali che consentono ai pazienti di alimentarsi e parlare".

"E’ fondamentale per la vita di tutti i giorni consentire un rapido ripristino delle funzioni di questi organi, perché non si può stare senza parlare o respirare. Prima facevamo questi interventi attraversando strutture sane per arrivare nella zona del tumore, quindi avevamo un sito chirurgico da dover operare e quattro siti naturali demoliti o traumatizzati per raggiungere la malattia. Quindi avevamo la necessità di guarire il sito malato, ma anche il sito sano che avevamo traumatizzato. Dovevamo fare tracheotomie, i pazienti mangiavano con il sondino nasogastrico e gli erano sconvolte la vita e le emozioni".

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"Con questa nuova tecnologia, che è un robot ma non un sistema automatizzato - ha concluso Barbara - è sempre l’uomo che opera entrando nel corpo umano con uno strumentario piccolo che ci consente di togliere la malattia a radicalità oncologica. Non è solo è un intervento mini invasivo, ma minimizza il rischio per il paziente”.

Il braccio robotico flessibile, che diventa una vera e propria estensione degli occhi e delle mani del chirurgo, ha un estensione massima di 20 centimetri, ha la grandezza di una moneta, termina con una telecamera 3D che da una visione diretta e completa dell’area da operare e trasporta strumenti flessibili miniaturizzati di 2 millimetri manovrati direttamente dall’operatore.

Facilmente trasportabile da una sala operatoria all’altra, il FlexRobotic System consente anche al chirurgo di operare vicino al letto del paziente e poiché è dotato di un monitor 3D permette la visualizzazione dell’intervento a tutta l’equipe chirurgica.

(gelormini@affaritaliani.it)

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