Cafè Chantant a Molfetta
La Belle Époque a lume di candela

La raffinatezza eclettica di una serata molto speciale si svolge nel giardino mediterraneo di “ Nettuno” a Molfetta. Posto, in cui i profumi e i colori della nostra terra si mescolano al tono orientale dei grandi tendaggi, ai lumi di ceramica bianca , alle gabbie decorate in cui l'atmosfera è di quelle “candle light”.
Un fascino anticonformista in questo giardino del nord barese, nonostante gli arredi classici da evento, perché per la seconda volta si svolge il Café Chantant, come quello della Belle Epoque, conducendoci alla scoperta di posti e situazioni in Puglia, spesso non adeguatamente sottolineate.
I giochi d’acqua delle fontane, le luci, l’accoglienza, la voce di artisti noti a livello nazionale, per ricreare l’atmosfera che a Parigi alla fine del XIX secolo, dando vita ad una nuova forma di divertimento, si diffonde in tutta l’Europa colta. In Italia il Café Chantant diventa luogo e genere teatrale, ed anche come in Francia, il simbolo della bella vita e della spensieratezza nel viverla.
Al piano Vincenzo Camporeale, artista intenso, emotivo, raffinato che coinvolgerà il pubblico nella bellezza di brani presi dalla Turandot, dalla Tosca di Puccini, e dalla Traviata di Verdi. Ma insieme anche brani come Orientale e Transitus da “Trilogia”, dove il suono del piano e la voce del tenore Enzo Camporeale emozionano.
Nei momenti di sosta una cena tipicamente pugliese a km 0, col capocollo di Martina Franca abbinato allo sgombro, alla cialletta e al pomodoro arraganato, mentre veramente particolari sono le orecchiette con crudaiola di tonno e canestrato DOP. La birra è artigianale, ottima, del birrificio Decimo Primo.

La seconda parte del programma con brani dalla Madama Butterfly sempre di Puccini, Augustin Lara, Georges Bizet, Nino Rota e Domenico Modugno, vede alternarsi al tenore ancora una volta la bellezza di Yasko Fujii: nota come interprete di capsule nel programma televisivo “Avanti un altro” di Bonolis, e donna di grande eleganza. I suoi abiti da sera sono raffinati e femminili, ma quando indossa un suntuoso chimono, il suo fascino raggiunge il massimo.
Una serata particolare dove si dilatano tempi e sensazioni. Ciò che si gusta dona un lento piacere, regala una conoscenza musicale colta ed accattivante partendo da ciò che è più sottile, impercettibile: lo stare bene insieme perché la gente vorrebbe essere più pigra e voluttuosa e non più interprete di un meccanismo frenetico.
Mancano i giovani. Sono pochi, peccato. Parole guida per il modus operandi futuribile in questo locale sono ancora innovare, anticipare, creare ma anche ricordare il passato. Con scelte forti come quella del Café Chantant, che fanno sognare e magari riflettere, per offrire chance ai giovani talenti, alla creatività inedita e alle nuove idee. Da condividere.