Crollo Barletta, “negligenza e imperizia”
Sono quindici gli imputati a giudizio

Il gup tribunale di Trani, Francesco Zecchillo, ha preso una decisione: i 15 imputati per il crollo della palazzina di via Roma, avvenuto a Barletta il 3 ottobre 2011, sono stati rinviati a giudizio.
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Il processo, che comincerà il 4 luglio, servirà a far luce sulla tragedia che ha travolto e stretto nella commozione la nazione: le operaie Giovanna Sardaro, Tina Ceci, Matilde Doronzo e Antonella Zaza, e la figlia tredicenne del proprietario del maglificio hanno perso la vita, citando le parole del pm Giuseppe Maralfa, a causa di “imprudenza, negligenza, imperizia e inosservanza di leggi, regolamenti, ordini e discipline”. Impossibile dimenticare le dichiarazioni dei parenti: “Era gente che lavorava per sopravvivere". "Mia nipote – aveva spiegato uno dei parenti - di 33 anni prendeva 3,95 euro all'ora, mia nuora quattro euro: lavoravano dalle otto alle 14 ore, a seconda del lavoro che c'era da fare. Avevano ferie e tredicesima pagate, ma senza contratto. Quelle donne lavoravano per pagare affitti, mutui, benzina, per poter vivere, anzi sopravvivere". Mali che attanagliano, ancora oggi, gran parte dei luoghi di lavoro, dei cantieri e dei centri storici d’Italia, nell’incapacità di reazione del cittadino stesso alcune volte. Incapace di cogliere il malcostume, dove l’uso e la quotidianità finiscono per sostituire la norma ed il rispetto della legge.
Degli imputati, 14 sono accusati di disastro colposo, omicidio colposo e lesioni colpose. La società proprietaria dell'area adiacente, inoltre, è coinvolta negli stessi reati per responsabilità amministrativa: il proprietario del cantiere, Cosimo Giannini; i fratelli Salvatore, Andrea e Giovanni Chiarulli, ai lavori di demolizione; Antonio Sica, sostituto del proprietario nel cantiere; i tecnici Giovanni Paparella, Pier Fortunato Ceci e Vincenzo Zagaria, che si occupavano della progettazione o della sicurezza per la Giannini srl; i dirigenti e funzionari comunali Francesco Gianferrigni, Valeria Valendino e Rosario Palmitessa; i vigili urbani Giovanni Andriolo e Alessandro Mancini ed il geometra del Comune, Roberto Mariano.
Anche il Comune di Barletta, che è stato chiamato in causa anche come responsabile civile, è tra le quarantadue parti civili ammesse nel giudizio.