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Ex-Fibronit, Di Cagno Abbrescia (PdL) risponde alla Maugeri (Pd)

"Qualcuno avvisi l’assessora che il centrodestra non governa più Bari. Da nove lunghi anni è l’amministrazione Emiliano l’artefice dello stallo. Se ne faccia una ragione e impari a rispondere del proprio operato con onestà intellettuale".
"Premesso che è stata proprio l’amministrazione Di Cagno Abbrescia ad avviare la messa in sicurezza della ex Fibronit con l’installazione di centraline che ne monitorassero costantemente gli effetti relativi alla eventuale dispersione di fibre di amianto e che - proprio per rendere più agevole e individuare la strada migliore per la bonifica, il ripristino ambientale e la messa in sicurezza d’emergenza e poi permanente - è stata sempre la suddetta amministrazione a far inserire la fabbrica nell’elenco dei siti inquinati di interesse nazionale, è evidente che la nervosa e piccata arrampicata sugli specchi dell’assessora fa emergere una differenza di fondo nel modo di gestire la cosa pubblica".

"Ritengo che un buon amministratore debba assumersi le responsabilità, individuare le priorità e approvare i progetti, assicurando la copertura finanziaria e garantendo la realizzazione. Un progetto iniziato deve essere finito. Non si può dire che questo sia accaduto con questa amministrazione, neanche e tantomeno nella vicenda ex Fibronit".
"Sul cimitero d’amianto – alla cui tombatura la mia amministrazione preferiva lo smaltimento secondo criteri di sicurezza in siti idonei – ad oggi non vedo sorgere ancora alcun Parco della Rinascita. Questo è un fatto. E all’orizzonte si profila una gara di appalto segnata da un percorso fatto di distratta partecipazione, considerato il lungo tempo impiegato che si vuol spacciare per il frutto di puntigliose verifiche, mentre è solo il frutto delle politiche degli annunci e dei cantieri aperti, a uso e consumo di un sindaco affaccendato su altri palcoscenici e che guarda caso arrivano come orologi svizzeri a ridosso delle campagne elettorali".
"La verità è che le chiacchiere si sprecano e i fatti stanno a zero. Da nove anni. L’interrogazione puntuale del sen. d’Ambrosio Lettieri, non per niente indirizzata ai ministeri citati dall’assessora Maugeri, ha evidentemente scoperchiato la pentola da cui adesso trabocca – questa sì - la cattiva coscienza della propaganda”.