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Ex-Ilva, lettera all'UE su crisi acciaio di Rossi (Toscana)

"Anche sul tema dell'acciaio l'Europa è all'origine di molti problemi, ma nel contempo la risposta a molti altri problemi. Però deve essere coerente", il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, nel corso di un Forum organizzato da Il Sole 24 Ore Radiocor annuncia di aver inviato una lettera alla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, denunciando la decisione di liberalizzare una quota del mercato dell'acciaio, nonostante la crisi del settore.

Enrico Rossi

"Abbiamo scoperto - dice Rossi - che proprio adesso, in una situazione in cui il mercato dell'acciaio non tira e c'è un sovracapacità produttiva e che è quella che sembra aver motivato in parte anche Mittal (su Ilva, ndr), l'Europa ha deciso togliere dei dazi, gli stessi che avevano spinto i grandi produttori come Jindal o Mittal - quando l'Europa decise che l'importazione dell'acciaio doveva essere sottoposta a dazi -  a collocarsi in Europa (e in Italia) per penetrare nei mercati europei".

"Recentemente, a luglio, l'Europa ha deciso di svincolare dai dazi un altro 5% del fabbisogno complessivo - sottolinea il presidente Rossi - il che vuol dire aver dato una mano, ancora una volta, alla Turchia, India e vedremo la Cina, che ha acquistato British Steel".

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"Quindi - spiega Rossi - una lettera per protestare perché non si possono mettere sullo stesso piano le melanzane e l'acciaio. Questo, in particolare, non mette a rischio Piombino, ma bisogna non smarrire la linea di fondo. Il tema della lettera è una richiesta di essere coerenti. Io sono convintamente europeista, ma all'Europa chiedo che sia coerente e tenga conto delle situazioni effettive".

Nella lettera inviata alla presidente von der Leyen, Rossi premette le importanti ricadute sul settore dall'imposizione dei dazi Usa e ricorda i vari passi fatti dall'Unione europea adottando misure di salvaguardia sulle importazioni di determinati prodotti di acciaio che prevedono un sistema di quote che i paesi extraeuropei non possono eccedere, se non con un pagamento di un dazio del 25 per cento.

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"Alla luce della volatilità dei prezzi delle materie prime, dei costi energetici, della crisi di diversi settori manifatturieri come quello automobilistico e della Brexit, il mercato europeo dell’acciaio è crollato. In risposta a questi fattori e a sostegno della produzione interna, l’Ue ha recentemente rivisto le misure di salvaguardia riducendo dal 5 al 3 per cento l’aumento delle quote di importazioni libere da dazi a partire da luglio 2019".

"Ma - ribadisce Rossi - nonostante questo passo in avanti da parte della Commissione, questa misura è insufficiente a proteggere un settore chiave della nostra economia e con un impatto così importante sull’occupazione". Considerando, rileva ancora, "che il consumo apparente di acciaio in Europa è sceso dell’8% solo nel secondo trimestre del 2019, sarebbe opportuno rivedere le misure di salvaguardia e incentivare gli investimenti innovativi in questo settore".

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"L’Europa non può tirarsi indietro in questa sfida. Le quote di importazioni libere da dazi devono essere riviste per far fronte alla crisi del settore, ai dazi americani, all’eccessiva produzione asiatica e infine per penalizzare produzioni a più forte impatto ambientale", scrive Rossi nella missiva, in cui soffermandosi sulla sua Regione, rivendica anche in Toscana un processo di decarbonizazione, come in Puglia da tempo è auspicato da Michele Emiliano.

Enrico rossi intervista ape

"Il settore siderurgico è considerevole anche in Toscana. Il sito di Piombino produce binari in acciaio di altissima qualità e stiamo facendo molti sforzi per rendere l’intero sito industriale più competitivo a livello globale e nel rispetto della sostenibilità ambientale. Su quest’ultimo tema, come Regione, abbiamo anche lanciato un piano “Toscana Carbon Neutral”, dandoci come obiettivo il 2050".

(gelormini@affaritaliani.it)

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