I Riva cassano
Masseria Vaccarella

Edo Ronchi difende il lavoro compiuto, che ha portato già ad una riduzione di emissione di polveri sottili, anzi rilancia con un nuovo progetto per centrare gli obiettivi imposti dall’AIA.
Si potrebbe dire che Ronchi è il delegato all’Ambientalizzazione dello stabilimento siderurgico: un termine che, nel tempo, ha assunto diverso significato e dunque diverso valore.
Una riflessione conseguente alla notizia che circola in questi giorni: il “Circolo Vaccarella” dal 1 gennaio 2014 non riceverà più i 420 mila € annui dall’Ilva, per le attività ricreative dei dipendenti e dei loro figli.
Questo circolo, per il dopolavoro dei dipendenti (soprattutto operai) del siderurgico, era nato dall’idea di “ambientalizzare e favorire l’integrazione” della fabbrica dell’acciaio nella Città dei due Mari.
Come spiega Gianluca Marinelli nel suo recente libro “Taranto fa l’amore a senso unico”, la gestione statale dell’Italsider elargiva cospicue somme di denaro al circolo Vaccarella, per l’organizzazione di eventi socializzanti e per incentivare lo sviluppo di un movimento culturale, tale che potesse rendere meno pesante la presenza dell’acciaieria.

Effettivamente la Masseria Vaccarella (negli anni ’70 e ’80) fu protagonista di un fermento, a sfondo decisamente culturale, che spaziava dalle mostre pittoriche ai “concerti sull’erba” (tutti memorabili), ma anche eventi sportivi, con tornei disputati nei campi interni alla struttura del circolo. E molti furono gli artisti di livello nazionale e internazionale che tennero conferenze, incontri ed esposizioni delle proprie opere presso questa masseria, fino al sostegno allo studio con borse di studio per i figli dei dipendenti.
L’idillio finì insieme alla gestione pubblica, perché la “visione Riva” non dava troppo credito a questo tentativo d’ambientalizzazione, tanto che già nel 1995 - appena superati i confini pugliesi - iniziò con i tagli. Ne andò subito di mezzo il Torneo Internazionale di Tennis Femminile, fino alla definitiva chiusura dei cordoni della borsa, palesata dal commissario Enrico Bondi, solo pochi giorni fa.

Attualmente la Vaccarella è gestita dalla fondazione “Vivere Solidale”, che fa capo ai sindacati Fim, Fiom e Uilm. Il comitato dei “Cittadini e lavoratori liberi e pensanti” ha denunciato anomalie nella gestione del “dopolavoro dell’acciaieria”, includendo questa struttura in quella zona d’ombra che favoriva le politiche d’inquinamento dissennato. Politiche adottate dall’Ilva in maniera “ufficiosa”.
Così la ritorsione “culturale”, che vuole la chiusura della Vaccarella, potrebbe ascriversi (sia pur indirettamente) all’inchiesta “Ambiente svenduto”. Ipotesi, però, smentita da Mimmo Panarielli, segretario generale della Fim Cisl, secondo cui ci sono i margini per trattare con l’azienda, per il rinnovo dei rapporti economici e il proseguimento delle attività culturali.