Il castello Normanno-Svevo
per le estati del Petruzzelli

La forza del destino di introdurci con passione verso un nuovo mondo, questo é quanto ha fatto e continuerà a fare nel tempo la musica di ogni genere.
Questa, in sintesi, l'istantanea di una serata d'estate al Castello Normanno Svevo di Bari, dove l'Orchestra della Fondazione Petruzzelli e la voce del violino di Francesca Dego, diretti da Daniele Rustioni, hanno celebrato Verdi, esaltato Cajkovskij e aperte le braccia a Dvorak, proiettando sguardi ed entusiasmi verso un futuro a cui affidare speranze, ambizioni e ispirazioni d'ogni sorta.
La corte del castello come contesto senza tempo, il cielo stellato come coltre e metafora di uno spazio da usare con più frequenza, le creazioni post moderne di Daniela Corbascio come scenografia a latere, finanche i riverberi lontani di fuochi d'artificio, non certo per celebrare il 14 luglio francese, hanno reso più romantico e decisamente più coinvolgente il dialogo musicale a tre.
Tra un'orchestra in evidente crescita, una solista affascinante - tecnicamente impeccabile e forse con pizzico di pathos da recuperare - e la bacchetta incontenibile di un direttore che, attraverso la sua esuberanza interpretativa, testimonia l'amore, la passione e l'immedesimazione, che trasudano da spartiti emozionanti come quelli in programma per l'appuntamento della serata.
Pubblico appagato, conquistato e colpito dall'acustica cristallina, che ha reso percepibile ogni passaggio del violino di Francesca Dego - compresi i filati più delicati e talvolta solo sfiorati - e dalla generosa concessione di due bis, all'insegna dell'abilità capricciosa del più estroso Paganini.
Un assaggio delle potenzialità di un programma estivo possibile, che non sarà certo ai livelli dell'Arena di Verona o del cartellone internazionale di Spoleto, ma senza dubbio in grado di offrire un'ulteriore nuova frontiera alla proposta culturale del capoluogo pugliese.
(gelormini@affaritaliani.it)