Il presepe
e la fuga improbabile
Il mio presepe aveva sei Re Magi: tre in adorazione e tre a cavallo dei cammelli (di A. Gelormini)
Il mio presepe aveva sei Re Magi: tre in adorazione e tre a cavallo dei cammelli.
Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, due in piedi e uno inginocchiato. Erano loro a vivacizzare la scena, molto più delle pecorelle, dei pastori o della Stella Cometa e dell'Angelo sulla grotta con il nastro "Gloria in excelsis Deo".
Il pastorello con l'agnellino sulle spalle, la lavandaia, gli zampognari, Benino e gli altri soggetti della rappresentazione, pecorelle comprese, erano un gregge di sensazioni: tutte provenienti dalle bancarelle napoletane, dove zia Lina si fermava ogni volta che ci andava, per le forniture natalizie del nostro negozio-emporio.
All'asinello mancava una zampa, al bue un orecchio. Anche i cammelli mostravano i segni degli anni e qualcuna delle lunghe zampe si era talmente assottigliata, da mostrare l'anima di filo di ferro arrugginito.

Non c'erano lupi, ma le pecorelle - immancabilmente - diminuivano ogni anno. Il muschio era secco e le palme più basse dei cammelli. Bella la Madonna e sorridente san Giuseppe. Forse perché il Bambinello, con le gambocce accavallate, era decisamente sproporzionato rispetto agli altri personaggi.
Un gigante nella mangiatoia, ma delicato e più facile da portare nella processione casalinga del Christus, la notte di Natale (Christus natus est...) e in quella finale dell'Epifania (Christus apparuit nobis...), quando non era possibile farlo col Gesù Bambino più bello che abbia mai visto: quello della Cattedrale di Troia.

Mia nonna Adelina (sarta apprezzata in paese) era preposta alla preparazione e alla cura del suo vestitino decorato con fili dorati, per cui soprattutto all'Epifania, quando il Bambinello tornava a casa, il Christus diventava "solenne" e la paura che potesse scivolarmi dalle mani esitanti e dalla stola-lenzuolo su cui era adagiato, faceva ogni volta novanta.
Ma il divertimento più segreto stava nella variante apportata ogni volta il 6 gennaio. Quando venivano inseriti i cammelli con i Magi a cavallo e l'asino a tre zampe prendeva Maria in groppa e, trascinato da San Giuseppe, si apprestava all'improbabile ma rituale "Fuga in Egitto".
Quel presepe, con i sei Re Magi, non veniva smontato all'Epifania, ma prolungava la sua permanenza sotto la finestra del soggiorno fino all'arrivo del Carnevale.