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La giustizia in tenda a Bari: segnale inquietante che alimenta sfiducia

Il presidente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Bari Giovanni Stefanì, insieme al presidente della Camera Penale Gaetano Sassanelli, ha incontrato il prefetto di Bari Marilisa Magno, sull'emergenza dell'edilizia giudiziaria. Tribunale penale e Procura a Bari sotto le tende continuano a trasmettere un segnale inquietante - a proposito dei soggetti a presidio del territorio -  che si vorrebbe venisse sentito e percepito in maniera più consapevole dalla comunità cittadina.

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“Al prefetto - conferma il presidente Stefanì - abbiamo ribadito il nostro fermo no a Modugno e la necessità di una decretazione d'urgenza, per superare problemi relativi a destinazioni urbanistiche non appropriate di immobili confacenti alle esigenze della Giustizia penale in città. Il prefetto ha assunto l'impegno di prospettare le nostre istanze al ministro, speriamo bene. Noi avvocati non vogliamo passare per coloro che non hanno fiducia nelle istituzioni, anche se sono ben 20 anni che aspettiamo una soluzione di questo problema, e già questo basterebbe per non averne più”.

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Il presidente del COA di Bari, tornando sulle motivazioni che lo hanno indotto ad abbandonare i lavori della Conferenza permanente straordinaria in Corte d’Appello, ha ribadito che “Abbiamo visto nella conferenza permanente di ieri un atteggiamento precipitoso e contraddittorio del Ministero, volto ad accelerare i tempi di un trasloco negli inadeguati immobili di Modugno e di via Brigata Bari".

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"Precipitoso - ha precisato Stefnì - perché, mentre ancora doveva concludersi la ricerca di mercato, il ministero ha mandato una lettera con la quale si è detto pronto a stipulare il contratto di locazione per l’immobile di via Brigata Regina. Contradditorio perché in contrasto con le promesse fatte dal ministro durante la sua visita, quando ci ha garantito di voler individuare la migliore soluzione prestando ascolto agli operatori della Giustizia del territorio. Il ministro ha detto chiaramente che sull’edilizia giudiziaria barese intende metterci la faccia; dunque auspichiamo che si occupi personalmente e in modo partecipato della vicenda”. 

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“Nutro massimo rispetto nei confronti dei magistrati che compongono la Conferenza, organismo - aveva detto in precedenza il presidente Stefanì - però senza potere e senza risorse indotto a dare seguito agli orientamenti, quanto mai improvvidi, che evidentemente stanno provenendo dal Ministero della Giustizia. Ho manifestato al tavolo il mio forte disagio nel partecipare, peraltro in qualità di semplice invitato qual è l’Ordine degli Avvocati di Bari, a una riunione meramente tecnica su soluzioni estemporanee e inadeguate, buone solo per nascondere la polvere (o le tende?) sotto il tappeto".

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"Ho, dunque, preferito partecipare all’assemblea indetta dai colleghi penalisti - aveva aggiunto - insieme ai quali continuiamo la battaglia contro l’ulteriore frazionamento degli uffici giudiziari in otto sedi, sostenendo, al contrario, la necessità di una decretazione d’urgenza per individuare e requisire quanto prima un immobile in città adeguato alle necessità degli operatori della Giustizia e dei cittadini. D’altronde, siamo in una situazione simile a una calamità naturale, con la sicurezza nazionale messa a repentaglio dalla paralisi della giustizia penale in un territorio sensibile come quello barese”.

All’astensione proclamata a Bari dall'Unione delle Camere Penali, per i giorni 25, 26 e 27 giugno, aderiranno gli avvocati baresi e di tutta Italia. 

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“È una vergogna nazionale - ha confermato il presidente dell’Organismo Congressuale Forense Antonio Rosa in visita a Bari - un problema che si è cristallizzato a Bari, ma che è solo la punta dell’iceberg di una concreta disaffezione dello Stato verso i servizi della giustizia. Bisogna dare una risposta unitaria da parte di tutti gli avvocati e, per questo, il nostro organismo proporrà in assemblea di aderire all’astensione programmata dalle Camere penali. Al governo chiediamo di ascoltare con attenzione le istanze provenienti da avvocati, magistrati e personale amministrativo di Bari, perché le soluzioni frammentate sul territorio e di breve periodo sono foriere di ulteriori disfunzioni. Si affronti il problema con coraggio, mettendo mano al portafoglio dello Stato per trovare una soluzione definitiva”.

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“Bene l’astensione proclamata dalle Camere Penali – ha dichiarato anche il segretario dell’Organismo Congressuale Forense Giovanni Malinconico – ma è necessario fare anche altro, sia a livello governativo che manifestando qui a Bari. L’alternativa alle tende può essere solo un ufficio giudiziario decente che consenta lo svolgimento della giustizia al centro della città; una soluzione inadeguata che permetta di togliere le tende significherebbe solo eliminare il problema dalla scrivania del funzionario ministeriale che se ne sta occupando, facendo dimenticare il caso per i prossimi anni”.

(gelormini@affaritaliani.it)

 

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