La rotta di Confindustria sul turismo
Palmucci: "Decalogo per Bray"

“Il turismo e l’industria alberghiera in particolare possono giocare un ruolo importante per favorire il rilancio dell’economia del Paese, ma siamo quasi fuori tempo massimo: o facciamo subito un cambio di passo, oppure rischiamo di rendere incolmabile il gap che ci separa dai paesi nostri più diretti concorrenti”. A lanciare il grido d’allarme è il presidente dell’Associazione Italiana Confindustria Alberghi (AICA), Giorgio Palmucci nel corso dell’odierna Assemblea annuale.
“Abbiamo deciso – ha affermato Palmucci - di presentare al ministro Massimo Bray un “Decalogo” di priorità per il nostro settore. Dieci temi fondamentali, la cui risoluzione è indispensabile per permettere alle nostre Aziende di continuare a vivere e per ridare nuovo slancio ad un settore creando nuova occupazione”.
Alcune misure “indispensabili” sono a “costo zero”, come l’eliminazione della doppia licenza - che condiziona la quotidianità della vita d’impresa - la rivisitazione della classificazione delle strutture ricettive, la lotta al diffuso fenomeno dell’abusivismo fino alla rivoluzione “copernicana degli equilibri e delle competenze tra Stato e Regioni.
“L’industria turistica a livello mondiale ha evidenziato nell’ultimo decennio un tasso di crescita che non ha eguali in altri settori e tutte le previsioni sono concordi nel prevedere da qui a 10 anni un ulteriore sviluppo. L’Italia però ha perso progressivamente quote di mercato”.

Per questo l’Associazione oggi propone al Governo, presente con il Ministro Bray, 10 priorità attraverso la voce di 10 imprenditori del settore:
1. Governance - 161,2 miliardi di euro di fatturato, 10,3 punti su PIL a fronte di 21 politiche del turismo, questo non possiamo più permettercelo.
2. Promozione - Future Brand Index anche per il 2012/2013, mette il marchio Italia al vertice di sole 2 classifiche: Heritage and culture e Tourism. Un marchio forte che è un vero e proprio asset per l’economia. Non sarebbe il caso di usarlo?
3. Classificazione - il mercato chiede trasparenza e riconoscibilità, ma noi abbiamo 21 norme diverse. C’è bisogno di criteri comuni in tutto il Paese. Ridiamo forza alla nostra offerta.
4. Abusivismo - regole chiare e seri controlli. Tuteliamo la legalità, il turista, la qualità dell'offerta e il lavoro di migliaia di operatori.
5. Semplificazioni - liberiamo le energie d’impresa prigioniere della burocrazia. E’ possibile dover chiedere due licenze per lo stesso ristorante?
6. Imposta di soggiorno - abbiamo un record: la più alta d'Europa. Deve scomparire, ma almeno lavoriamo sulle regole.
7. IMU, TARES - un carico insostenibile per l'albergo e poi, perché gli alberghi sono esclusi dal sostegno alle ristrutturazioni?
8. Lavoro - il turismo è occupazione. Una “buona flessibilità” per rilanciare il mercato del lavoro turistico.
9. Mercato - un sistema di offerta frammentato, gli operatori della rete che dettano le regole. Dobbiamo recuperare il nostro prodotto e le politiche commerciali e di vendita.
10. Expo: la più grande opportunità per il Paese che potrebbe rappresentare anche il più grande rischio per la nostra economia. Non possiamo permetterci di sbagliare.
“I dati di Bankitalia – continua Palmucci - evidenziano una contrazione rispetto all’anno precedente. Il mese di marzo 2013 mostra un saldo netto positivo di 513 milioni di euro, a fronte dei 561 milioni nello stesso mese dell'anno precedente. Le spese dei viaggiatori stranieri in Italia, per 1.859 milioni, sono diminuite del 5,4 per cento”.

“In questo quadro, però, sappiamo che la domanda di ‘Italia’ resta molto forte, il nostro Paese è da sempre in cima ai desideri di moltissimi turisti per la ricchezza dei nostri attrattori artistici e culturali, ma anche per quell’insieme di arte, design, moda ed enogastronomia che costruiscono quel life style che il mondo ci invidia”.
“Anche per quello che riguarda le strutture dell’accoglienza i segnali che arrivano non sono negativi. Infatti Trust You* - continua il Presidente - uno standard indipendente, adottato già largamente in Europa, dall’analisi di recensioni sui siti specializzati e di commenti sui social network di oltre 2.8 milioni di viaggiatori, ha misurato la reputazione on line di oltre 3.000 strutture alberghiere italiane, con risultati lusinghieri, infatti, Venezia con le sue strutture è senza rivali in Europa, si colloca al primo posto con il 96% di gradimento, Firenze è seconda, insieme a Londra con il 95%, Taormina con il 94% si colloca al terzo posto insieme a Barcellona, Parigi, Vienna, Roma è al quarto posto con il 93% di gradimento, insieme a Berlino ed Amsterdam, Milano con il 91% è al quinto posto insieme ad Amburgo e Madrid, con il 90% troviamo Bruxelles e Monaco di Baviera, al sesto con l’89% appaiono Bologna, Napoli e Torino accompagnate da Mosca, all’ottavo ed ultimo posto con l’88% di gradimento c’è Francoforte”.
“Per raggiungere buoni risultati – dice il Presidente Palmucci – è necessaria un’azione forte di ‘promozione Paese’ capace di intercettare nuovi flussi turistici dall’estero. La promozione su base regionale ha evidenziato in questi anni dei limiti oggettivi, legati all’ovvia impossibilità dei mercati internazionali di riconoscere le identità locali. Dobbiamo lavorare nella cornice di un marchio Italia forte, un catalizzatore per valorizzare le tante realtà del nostro Paese”.
* Europa: Media della reputazione dei TOP 10 hotel in 20 destinazioni

(gelormini@affaritaliani.it)