Marina Cvetić: fermenti, valori
e sapori della transumanza
di Antonio V. Gelormini
Marina da piccola giocava tra le botti che il padre e il nonno, prima di lui, continuavano a confezionare con maestria e con passione, selezionando legni pregiati, piegandone le resistenze fino a contenerle nei cerchi forgiati con vigore, e infine chiamandole per nome una ad una.
Nelle loro forme panciute sarebbero maturati vini importanti, fermentati mosti irrequieti e decantate vivacità decisamente autoctone.

Marina poteva pensare che un giorno o l'altro avrebbero deciso di dare anche il suo nome a una di quelle "matrone", ma non avrebbe certamente immaginato che il suo nome e il cognome dei suoi avi potessero finire a nobilitare le etichette di un'intera produzione di vini, sulle colline animavano l'orizzonte adriatico - nei giorni più tersi - della sponda dirimpettaia alla Croazia.
Marina Cvetić incontra il suo principe azzurro tra le botti dei nonni, quelle cercate dal "re" del Montepulciano d'Abruzzo, Gianni Masciarelli, che per le sue creature esigeva solo l'abbraccio ligneo della sapiente arte bottaia di Croazia: intravedendo già allora nella forza dell'incontro e della contaminazione la struttura mediterranea di un sodalizio destinato ad esaltare la nobiltà degli antichi vitigni d'Abruzzo.

Il contrasto come esercizio quotidiano, l'alternanza per consolidare uniformità nella qualità, la complementarietà per moltiplicare attrazione e fidelizzazione dei palati. Questo l'impegno costante di tutta la comunità, una vera e propria famiglia allargata, delle Cantine Masciarelli: dove l'eredità di Gianni è stata raccolta e praticata, per rinnovare nel tempo ricordo e testimonianza d'affetto, nella realizzazione di prodotti eccellenti votati ad esse ambasciatori di un territorio plurale.
Monti, mari e vini longevi sono il patrimonio di una regione a lungo identificata con la sola risorsa "pastorizia", i cui abitanti vivono l'autenticità del lusso nell'intimo e innato rapporto con una natura incontaminata: dove i legami familiari sono ancora un valore, e la sensazione di sentirsi in Paradiso è accentuata e risvegliata dal presidio frusciante dei fagiani tra i filari di viti, e dal volo imperiale e saettante dei falchi e delle aquile, che animo il cielo tra la Maiella, il Gran Sasso e il Parco Nazionale d'Abruzzo.

Potenza ed eleganza fatta propria dai vini Masciarelli che, rinnovando la secolare tradizione di un legame generazionale, ripercorrono i maestosi tratturi della transumanza per approdare oltre il Tavoliere, tra le Saline più grandi d'Europa, a Margherita di Savoia.
Una sorta di traversata virtuale del Montepulciano, del Trebbiano e del Cerasuolo, alla ricerca di sapori amici, per mettere al servizio della potenza di struttura l'eleganza del lignaggio, in quel sottile gioco di sponda fatto di versatilità e di umile fermezza, consapevole dei ruoli alternanti di padrone in casa propria e di ospite in casa altrui.

Una pratica affinata nei secoli, lungo le cosiddette autostrade del latte, trasmessa agli incontri autoctoni dei ceppi vitivinicoli, e consolidata dagli incroci di sapienza e tradizioni che hanno accentuato la complementarietà tra Puglia e Abruzzo con quel discreto trait d'union rappresentato dal Molise.
Anche per questo sarà interessante fermarsi in quell'elegante "stazione di posta" in riva al mare, che ha assunto i caratteri dell'Oasi Beach Restaurant, per godere sotto le sue tende la freschezza dei profumi, del gusto e delle sensazioni dell'altopiano abruzzese, attraversate dalle brezze salmastre della Salapia, per vivere l'incontro dell'estro culinario di Daniela Russo e i suoi chef, col ventaglio autoctono delle Cantine Masciarelli presentato personalmente dalla più viva delle loro etichette: Marina Cvetić. Che recentemente è stata anche insignita del titolo di Grande Ufficiale dal Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano.
(gelormini@affaritaliani.it)
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