Mura-Tour, palazzi aperti
Architettura della memoria

Il progetto si colloca nell’ambito delle manifestazioni promosse a Bari per il bicentenario dalla fondazione del Borgo Murattiano, da Ambiente Puglia: MuraTour-musica nei palazzi. E l’apertura alla visita pubblica di alcuni di essi, tra i più suggestivi, più storici e meno conosciuti, prova a riallacciare legami cittadini vitali alla salvaguardia di un tessuto urbano piuttosto trascurato negli ultimi anni. Col rischio di abbassare l’indice di sensibilità cittadina nei confronti della salvaguardia di un patrimonio identitario inestimabile.
Spicca tra le varie iniziative quella degli alunni del Liceo artistico De Nittis-Pascali (sede Pascali) coordinati dalla docente Cristina Palmiotta, che nell’androne di Palazzo Manzoni , in via Manzoni 29, proiettano il filmato da loro realizzato: “Architettura della memoria”, con la musica e i canti diretti dal maestro Bepi Speranza.

La vita e i ricordi del passato che si intrecciano con le immagini del presente, per scoprire che i luoghi della quotidianità fanno parte della più intima identità della città. Una cosa ben chiara alla comunità levantina d’inizio ottocento, quando proprio tra i commercianti baresi partì una sorta di gara virtuosa verso il bello, per arricchire di gusto il Borgo Murattiano e che coronerà il percorso con la costruzione un secolo dopo del Teatro Petruzzelli.


La città si faceva vetrina e la creatività accendeva interessi, impegno e dedizione, raccogliendo risorse, investimenti e disponibilità oltre ogni aspettativa. Napoli, Parigi, Milano e le altre grandi città europee fecero da modello all’ispirazione architettonica, grazie alle esperienze di viaggio e agli entusiasmi espressi della borghesia cittadina.
Quelle dei fratelli Petruzzelli, delle famiglie Mincuzzi, Fizzarotti o Triggiani sono solo alcune delle testimonianze più evidenti e qualificanti del fervore di bellezza profuso nel centro cittadino barese e non solo. Il palazzo Manzoni, in particolare, è immaginato quale palcoscenico museale per “I Promessi Sposi”, in cui la passione letteraria dei committenti è tradotta in realizzazione architettonica, tanto da accogliere nelle nicchie dell’androne le statue, un tempo in bronzo e oggi in gesso, dei personaggi manzoniani. Il riferimento all’autore milanese dette il nome al palazzo, a sua volta il palazzo darà nome alla strada.
Il filmato, un cortometraggio di circa dieci minuti, nasce dall’incontro fra lo studio di alcuni dei palazzi più belli del borgo murattiano e l’inaspettata testimonianza offerta dal signor Cardanobile, inquilino storico di palazzo Manzoni.
(gelormini@affaritaliani.it)