Pittella, incisivi su Patto Stabilità
Consolidare forza PD e Matera 2019
di Antonio V. Gelormini
Gianni Pittella da autentico lucano, di antica tradizione popolare, il suo accento "terrone" non lo perde. Anzi, ne fa quasi un ingrediente indispensabile ad arricchire la sua intensa attività di parlamentare europeo e a Bruxelles il suo inglese e il suo francese risultano simpaticamente segnati da quelle autoctone inflessioni meridiane.

Vicepresidente vicario del Parlamento Europeo e capogruppo dell'Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici, è una sorta di Lorenzo de' Medici del Sud, essendo figlio dell'ex senatore Domenico Pittella e fratello del presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella.
All'indomani dei tragici fatti di Parigi e in un passaggio alquanto delicato per l'Europa intera, dove si è appena concluso il semestre politico a guida italiana di Matteo Renzi, l'euro-parlamentare di Lauria ad Affaritaliani.it racconta come il Partito Democratico abbia raggiunto il risultato auspicato di rendere più "sostenibili" e soprattutto "più coerenti" i parametri del Patto di Stabilità.
Di come l'intero gruppo progressista sia riuscito a far fronte comune, dimostrando le potenzialità da mettere a frutto, per dare all'Europa una personalità più consona al suo ruolo nel quadro inernazionale e meno succube delle rivendicazioni nazionalistiche ancora vive nel consesso comunitario.
Ma anche di come stia provando, con l'esperimento di Laboratorio Democratico, a dare nuovo vigore attrattivo all'azione politica del Partito Democratico, per allargarne le opportunità di crescita territoriale e moltiplicarne le basi di dialogo. Utili a potenziali alleanze, sul confronto concreto degli interventi possibili: relativi a fuoriuscita dalla crisi, ricerca di nuove occasioni di crescita produttiva e di forme di lavoro, nonchè al rilancio dell'intera area meridionale nel contesto intercontinentale, che rivede il Mediterraneo al centro delle dinamiche economiche, politiche e sociali dei prossimi decenni.

Infine una nota anche sull'entusiasmante elezione di Matera a Capitale Europea della Cultura nel 2019, un riconoscmento che responsabilizza un'intera macroarea del Mezzogiorno, chiamata a dimostrare con la creatività e lo spirito d'accoglienza che la contaddistingue il tipo di "futuro moderno", che vuole dare a un passato glorioso e avvincente come quello del Sud.
Matera, Taranto, Bari ed anche Lecce, con le altre cosiddette capitali mediterranee, avranno l'occasione unica di "mettere in luce" tutta l'intraprendeza, l'orgoglio e la voglia di riscatto custodita - come 'la pietra filosofale' - nel DNA di una Terra capace di risorgere ogni mattino. Come il sole che da sempre la bacia e ne mette in risalto doti, valori, contrasti e contraddizioni sulla frontiera lunga di un orizzonte profondo, ricco di opportunità e animato dai riflessi luccicanti di speranze condivise.
(gelormini@affaritaliani.it)