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Puglia al voto: numeri, scenari e indiscrezioni.
Confermata affluenza in calo

L'AFFLUENZA - Nuova flessione per il dato pugliese, alle 22 stabile al 47,66%, rispetto al 56,11% delle ultime Politiche. Le Province: Bari al 49,70%, Brindisi al 47,09%, Foggia al 45,28%, Lecce al 48,99%, Taranto al 44, 65%, Bat al 47,22%
Secondo il dato delle 19,00 della Prefettura l'affluenza pugliese è del 36,63%, in calo rispetto al 38,98% dell'ultima tornata. Le Province: Bari al 37,63%, (punta del 44,26% a Putignano), Brindisi al 37,02%, Lecce al 39,76%, Taranto al 34,84%, Foggia al 33,67%, Bat al 33,74.
Il primo dato, delle 12.00, che arriva dalla Prefettura registra un'affluenza del 13,10% nella provincia di Bari per Montecitorio; quello relativo all'ultima tornata segnava il 15,7%. Bari città segna sullo stesso dato una flessione di due punti. Le altre Province: Brindisi al 10,80%, Foggia 11,34%, Lecce 11,12%, Taranto 10,81%, Bat 10,40%.
LA PUGLIA AL VOTO - Per il Tacco dello Stivale, in base all’ultimo censimento, i seggi a disposizione sarebbero 62, rispettivamente 42 alla Camera (due in meno rispetto alle Politiche del 2008) e 20 al Senato (l’ultima volta ce n’era uno in più). E se i democrats padovani mettono a disposizione taxi gratis per battere maltempo e astensionismo, il primo cittadino barese, Michele Emiliano, guarda già al dopo e fa sapere che le scuole interessate dai seggi riapriranno mercoledì per consentire all’Amiu le operazioni di pulizia, quando non direttamente giovedì, per uguale motivazione. La macchina organizzativa è in funzione già da sabato pomeriggio, non senza qualche intoppo, se si contano le innumerevoli defezioni di scrutatori e presidenti di seggio alla vigilia della costituzione degli stessi e i tre milioni di euro di rimborso spese elettorali che il capoluogo deve ancora ottenere dallo Stato per le tornate passate fino al 2011. Sul tavolo del Prefetto Mario Tafaro, invece, è giunta, pochi giorni fa, anche la denuncia dei Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre e Marcello Gemmato in relazione ai rischi di compravendita di voti in città: secondo l’accusa, infatti, alcuni elettori sarebbero stati avvicinati con la proposta di 50 euro in cambio di tessera elettorale e seggio di riferimento e il fenomeno si sarebbe verificato anche in altri centri pugliesi.
BLASI SOTTOSEGRETARIO E STEFÁNO MINISTRO? - “Non sto scappando dalla Puglia ma voglio portarla al Governo”, ha ribadito Nichi Vendola nell’ultimo giorno utile di campagna elettorale, ma chi sono i papabili ad eventuali ruoli in un esecutivo di centrosinistra targato Bersani? Se nel centrodestra i rumours sono azzerati e l’unico posto al sole certo sembra essere quello per l’ex Ministro di Maglie, dall’altra parte dell’emiciclo voci e supposizioni si rincorrono, pronte ad essere smentite, s’intende. Il Governatore pugliese ha ipotecato da tempo la casella di vicepremier, alla quale si aggiungerebbe la delega per i Beni culturali, dicastero verso il quale non più di qualche mese fa lo si dava in dirittura d’arrivo in alternativa al Welfare, ipotesi ora molto meno probabile. A cambiare le carte in tavola, però, è la variante montiana, il cui ingresso in coalizione, se necessario, non è detto che non faccia conquistare proprio a Sel un secondo ministero come riequilibrio. A quel punto destinato al ruolo sarebbe il capolista al Senato Dario Stefàno, assessore regionale all’agricoltura, e della partita potrebbe essere anche Sergio Blasi, potenzialmente nel novero dei sottosegretari, oppure pronto a restare in Via Capruzzi ma con i galloni di vicepresidente, designato a traghettare la Regione al voto. Con lui anche il Rettore dell’Ateneo barese Corrado Petrocelli, verso un posto di sottogoverno all'Istruzione .
a.bucci1@libero.it
(aggiornamento: 24 febbraio ore 22,30)