di Michele Pizzillo
Francesco Lenoci trova anche il tempo di essere una sorta di testimonial del buon pane pugliese (dal dop di Altamura a quello di Laterza) e del cugino di forno lucano (l’igp di Matera), mentre alla facoltà di Economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano insegna Metodologie e Determinazione quantitative d’Azienda.
Ogni volta che c’è da parlare di questo pane, il prof. Lenoci è sempre pronto a trovare storie che definisce di “creazione di valore”. Anche nelle vesti di conferenziere, indossandole con molta frequenza sia in Italia che all’estero. Per parlare del pane pugliese arriva a proporre abbinamenti che, durante i sei mesi di Expo 2015, potrebbero fare la differenza nella grande quantità di manifestazioni che verranno offerte ai visitatori.

L’ultima proposta, Lenoci, l’ha esplicitata nel corso della lectio magistralis tenuta a Firenze su invito della Banca di Credito Cooperativo di Cambiano, davanti ad un uditorio composto da industriali, finanzieri, docenti universitari, esperti di fisco e di finanza. Tra statistiche, proiezioni di trend di sviluppo, aspettative di ripresa economica, strategie di mercato e d’impresa, oltre a lezioni di etica, Lenoci ha stigmatizzato le figure di due grandi pugliesi: il mitico governatore della Banca d’Italia Donato Menichella e il presidente di Pax Christi don Tonino Bello, aggiungendo che il matrimonio finocchiona toscana-pane di Altamura dop potrebbe essere il must degli eventi fuori-Expo che animeranno Milano durante i sei mesi dell’esposizione universale.

I consensi degli invitati della più antica Banca di Credito Cooperativo ancora in attività, che per raccolta e impieghi guida la classifica della Toscana e si colloca al quarto posto a livello nazionale, confermano la validità dell’idea dell’economista milanese di origini pugliesi.

Lenoci, però, non fa sconti ai panificatori pugliesi e lucani che pur avendo valicato i confini delle due regioni, non sono ancora riusciti a dare il giusto valore alle proprie produzioni tipiche, a differenza di cosa sono capaci di fare le aziende del Nord Italia che, oltretutto, non hanno a disposizione le materie prime che si coltivano nel Sud come il grano duro "Senatore Cappelli".
Così, prendendo ad esempio un’azienda piemontese che secondo l’economista della Cattolica si è affermata puntando sul fascino del pane, sul prestigio della città in cui opera e su un elevatissimo Ebitda, si chiede: “Riuscirò ad assistere qualche impresa pugliese e lucana capace di seguire le sue orme?”. Oltretutto Matera di fascino ne ha da vendere; e Altamura e Laterza sono due centri confinanti con la città dei Sassi.
Secondo Lenoci i panificatori appulo-lucani dovrebbero ampliare i propri mercati, investire in innovazione, soddisfare la clientela, valorizzare il territorio dove operano, avere attenzione per l’ambiente.
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Già pubblicato sul tema: Dal Tavoliere ad Altamura e Brescia La Civiltà del Pane verso Expo 2015