Regione, è bufera sul
decreto stabilizzazioni
Francesco Schittulli va giù duro sul decreto stabilizzazioni, che ha causato una vera e propria bufera in Consiglio Regionale: "E' andata in onda una delle pagine peggiori che un’Istituzione possa scrivere: circa 500 precari dell’ultimora, assunti in Regione per chiamata diretta in questi ultimi anni, sono da oggi dipendenti regionali a tempo indeterminato senza aver mai superato un concorso. Un’operazione di sciacallaggio politico e di basso profilo etico morale che dovrebbe provocare lo sdegno di tutti quei disoccupati pugliesi (uno su due fra i giovani) che non avendo le giuste conoscenze partitiche non potranno mai neppure diventare precari".

"Nell’aula del Consiglio regionale - continua Schittulli - qualche consigliere di sinistra ha urlato rivolgendosi alla platea dei precari “miracolati” che, solo votando per loro, la difesa dei lavoratori sarebbe stata salvaguardata: vergognoso. Di quali lavoratori: di quelli che in questi anni sono passati dai comitati elettorali del centrosinistra direttamente negli uffici regionali? E allora il mio pensiero in questo momento non può non andare agli ex dipendenti Ccr che all’interno di una tenda da anni e anni sono accampati sotto il Consiglio regionale in attesa che dopo 20 anni la loro vicenda si concluda. Mi chiedo: non sono forse loro anche dei lavoratori che avrebbero avuto in questi anni il diritto a vedersi stabilizzati? Oppure il Partito democratico, che guida la maggioranza alla Regione, ha deciso che i meritevoli sono solo i precari assunti da loro, mentre gli altri possono tranquillamente morire di fame?"
"Ciò che si è consumato in Puglia - sottolinea l'ex presidente della Provincia di Bari - è un’operazione politico-amministrativa che di fatto crea un’ingiustizia sociale senza precedenti: la creazione di lavoratori di serie A e di serie B. Una guerra fra poveri che proprio perché scatenata dal centrosinistra a quattro mesi dal voto, e quindi solo ed esclusivamente per motivi elettorali, diventa più insopportabile da accettare: da oggi il centrosinistra in Puglia avrà pure fidelizzato nelle urne 500 persone, ma dovrà fare i conti con la propria sbandierata moralità superiore e con tutti gli altri pugliesi al quale è stato negato prima un contratto precario e poi un concorso pubblico".

Non si risparmia nell'attacco neanche Luigi d'Ambrosio Lettieri, coordinatore cittadino FI Bari Grande Città e capogruppo FI 12^ Commissione Senato, che dichiara in una nota diffusa: "A giudicare dal numero di lavoratori precari che Vendola e il Pd si accingono a trasformare in lavoratori a tempo indeterminato - alla faccia di chi è rimasto fuori ad aspettare tempi meno bui per il merito e le pari opportunità - più che dieci anni dedicati alla lotta alla precarietà, sarebbe più giusto dire che si è trattato di dieci anni di amministrazione Vendola dedicati alla costruzione di precariato con la scusa del blocco delle assunzioni. A parte che ci sarebbero altri lavoratori dichiarati idonei da un concorso, ma ancora in attesa di giudizio e fatti salvi ovviamente i diritti maturati dai lavoratori interessati alla stabilizzazione, ci chiediamo se l'etica abbia ancora diritto di dimora in questa Puglia migliore che in questi dieci anni ha solo mostrato il suo lato peggiore e dove ci sono i disoccupati, i precari, e poi i precari speciali".

Mentre Nino Marmo denuncia che a questa sinistra è permesso tutto: “Personalmente, non è un ‘vaffanculo’ che mi indigna, sebbene lesivo di un’istituzione come il Consiglio regionale. Quello che mi indigna è l’arroganza del potere di chi è impunibile. Se l’avessimo fatta noi una legge del genere, avremmo sentito il ‘tintinnio di manette’ e avremmo assistito ad una vera rivoluzione”.
Poi il vicepresidente del Consiglio regionale aggiunge: “Possiamo dire serenamente e senza timore di smentite, che esiste una classe dirigente in questa Regione a cui tutto è concesso: dalla sanità all’Ilva, da via Pappacena a provvedimenti che, come quello sulle stabilizzazioni, ribaltano il quadro normativo eliminando quel principio di ingresso nelle pubbliche amministrazioni tramite concorso. Il ‘vaff’ di Vendola è odioso per questo, per quello che rivela: la certezza di poter fare qualsiasi cosa senza conseguenze, calpestando chi aveva il legittimo diritto di partecipare ad un concorso pubblico e calpestando pure l’affidamento ingenuo che i dipendenti precari hanno fatto su una legge che a breve sarà dichiarata incostituzionale. Vorrei che i pugliesi mandassero questa sinistra scaltra e sfrontata non ‘a quel paese’, ma semplicemente a casa –conclude- per ripristinare uno stato di diritto nella nostra povera e amata Puglia”.
(gelormini@affaritaliani.it)