Taranto, 53 indagati a processo
La supplenza di Mons. Santoro
di Antonio V. Gelormini
La Procura di Taranto ha chiesto il rinvio a giudizio per 50 persone e tre società coinvolte nell'inchiesta sul disastro ambientale che sarebbe stato causato dall'Ilva. Rischiano il processo il governatore della Puglia, Nichi Vendola, accusato di concussione, Emilio, Fabio e Nicola Riva, l'ambiente regionale Lorenzo Nicastro, il deputato di Sel Nicola Fratoianni e il sindaco di Taranto Ippazio Stefàno. Ad 11 indagati si contesta l'associazione per delinquere e il disastro ambientale (Ansa).
Istituzioni in subbuglio, autorità locali debilitate e per molti aspetti evanescenti, la cntroversa vicenda dell'Ilva e dei suoi proprietari continua a vestire i colori ossidati tendenti al grigio più cupo, la città di Taranto è avvolta da una cortina inquietante che fa male al morale prima ancora che al fisico dei suoi cittadini.
In tanto grigiore il raggio incisivo dell'azione silente, ma non troppo, dell'Arcivescovo, Mons. Filippo Santoro, sostiene gli animi e assume una sorta di funzone supplente preziosa e determinante per la tenuta sociale della città e della comunità che ne abita i quartieri.
Solo qualche giorno fa, in Consiglio Regionale, Giuseppe Cristella (PdL) dichiarava: "Desidero testimoniare l’impegno dell'Arcivescovo di Taranto per la sensibilità e la partecipazione da lui manifestate in ordine ai problemi della gente e del territorio della provincia tarantina, nonché per l’amore che dimostra e per le recenti iniziative da lui promosse riguardo il futuro di Taranto vecchia e quello dei suoi abitanti. E ancora per la paventata possibilità che la nave Concordia possa essere smantellata nel porto di Taranto".
Per poi aggiungere: "La realtà nella quale Mons. Filippo Santoro è chiamato ad operare è territorialmente vasta, a tratti complessa, con una popolazione che ha formato il proprio carattere prevalentemente attraverso il duro lavoro, la sofferenza e un cupo dolore che si rinnova pensando ai guasti ambientali e alla falcidia di vite umane provocati dall’ILVA, in particolare, ma anche dall’attività dell’intera area industriale".

"Pur tuttavia, a proposito delle utili iniziative portate avanti dall’Arcivescovo - proseguiva Cristella - avverto comunque l’esigenza di invitare i politici di Taranto e provincia, me compreso, eletti nei vari consessi istituzionali a recuperare la centralità della politica e di porla ciascuno per la propria parte al servizio della collettività evitandole dolorose e poco edificanti surrogazioni".
"Per quanto mi riguarda, in qualità di ex sindaco di Laterza, ho da sempre cercato di onorare con scrupolo gli impegni civili e sociali che mi attendevano e che oggi nelle vesti di consigliere regionale sento accresciuti verso la mia collettività e il territorio che rappresento. Non mi viene facile pensare che l’azione dei politici del versante jonico possa non aver conservato il carattere di laicità e che possa essersi invece genuflessa davanti ad un potere che non rappresenta il popolo italiano. Piuttosto, l’azione della politica deve evitare che l’adeguata coperta economica costruita con il lavoro del popolo italiano sia ostinatamente piegata a doppio per pochi, così costringendo tanti altri a rimanere inevitabilmente scoperti".
L'Arcivescovo di Taranto, Mons. Filippo Santoro ha deciso di indire in Episcopio una pubblica assemblea, per ascoltare e dar voce ai cittadini del Centro Storico. Riportando al centro del dibattito sul futuro dell’Isola i suoi abitanti: uomini e donne che ogni giorno rendono vivo e pulsante il quartiere più antico di Taranto. In tal modo l’Episcopio, edificio-simbolo, diventa "punto di ascolto", in grado di accogliere disagio e condizioni meno fortunate.

"Condivido l’idea di Mons. Santoro che prima ancora di ristrutturare palazzi più o meno importanti nell’Isola, prima ancora di restaurare il suo inestimabile patrimonio edilizio che purtroppo cade a pezzi, è essenziale disegnare per il nostro Centro Storico un futuro che veda innanzitutto la soluzione dei problemi di natura sociale che l’attanagliano, un futuro in grado di garantire ai suoi abitanti le stesse condizioni di vivibilità di cui usufruiscono i Tarantini degli altri quartieri", ha avuto modo di dire sempre in Consiglio regionale, Arnaldo Sala, altro esponenente del centrodestra.
"Per far ciò bisogna - ha aggiunto Sala - ascoltare gli abitanti dell’Isola e gli operatori culturali e sociali che vi lavorano quotidianamente, in modo da superare la limitata visione che vede il Centro Storico come una zona folkloristica su cui accendere i riflettori solo in alcune serate estive, un quartiere che deve invece vivere di luce propria e non di luce riflessa".
"Se ciò non sarà compiuto, se nel prossimo futuro l’intervento nel Centro Storico si limiterà al solo recupero del patrimonio edilizio, che pur è necessario e va tenuto in debito conto, allora ogni azione rappresenterà, come accaduto in passato (via Cava docet), un inutile dispendio di risorse pubbliche che non risolveranno il problema ma, anzi, provocheranno una ulteriore frustrazione negli abitanti che, per l’ennesima volta, si sentiranno emarginati e vittime della ennesima strumentalizzazione per coprire speculazioni edilizie".
(gelormini@affaritaliani.it)