Trivelle in Adriatico, Molise chiama
Sì di Introna all'incontro a Termoli
Un incontro a Termoli, venerdì 12 dicembre, di tutte le istituzioni locali dell’Adriatico e dello Ionio, per una tutela condivisa dei mari dal petrolio. Una iniziativa del presidente del Consiglio regionale del Molise Vincenzo Niro, alla quale aderisce “con entusiasmo e garantendo la più costruttiva partecipazione” il presidente del Consiglio regionale della Puglia Onofrio Introna.

Al dibattito sono state invitate tutte le Regioni italiane adriatiche e ioniche e le venti regioni, contee e municipalità dell’Adriatico orientale, dalla costa dalmata alle isole Ionie.
“Con i colleghi italiani parleremo degli interventi possibili per contenere l’impatto delle norme del decreto Sblocca Italia in materia energetica e con i rappresentanti delle comunità territoriali di Slovenia, Croazia, Montenegro, Albania e Grecia affronteremo il tema di una moratoria europea dello sfruttamento degli idrocarburi liquidi sul fondo dei nostri mari”.

La riunione punta a promuovere infatti il dibattito su una linea comune per proteggere l’Adriatico, con una disciplina rigorosa delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di petrolio e gas sottomarini.
“Sarà un’occasione preziosa per allargare il confronto ai nostri dirimpettai della sponda balcanica, per costruire un fronte comune contro le trivelle ed opporre un NO convinto e consapevole alle speculazione delle multinazionali e di chi crede, a torto, nella ricchezza di un petrolio di infima qualità, buono solo a minacciare le nostre spiagge e la pesca, non certo a risolvere i problemi energetici di nessun Paese”, osserva Introna.

Sul medesimo tema, una dichiarazione di Peppino Longo, consigliere regionale dell'Udc: "Il fatto che il ministero dell'ambiente abbia chiesto un supplemento di documentazione alle multinazionali che hanno fatto richiesta di effettuare ricerche petrolifere nell'Adriatico, è un segnale importante ma non deve fare allentare la presa. La Puglia deve mantenere sempre ben alta l'attenzione sul tema e ricacciare sempre più indietro i ‘cacciatori di oro nero’."

"A rendere ancora più nera una prospettiva a tinte già fosche, infatti, c'è anche il documento redatto da 16 tra le principali associazioni italiane e regionali impegnate nella difesa dell'ambiente e della biodiversità e da alcuni noti esperti in cetofauna. Dal loro studio si evince che l'air gun (la tecnica utilizzata dalle industrie petrolifere) stordisce i mammiferi marini. Può provocare il disorientamento fino alla morte per embolia di questi cetacei, considerati sentinelle della salute dell’eco-sistema marino. Ed è per questo che le attività di ricerca degli idrocarburi rappresentano un grande rischio per il nostro mare".
"A questo si aggiunga anche il rischio che le onde d'urto potrebbero danneggiare le formazioni rocciose delle nostre coste che già presentano ‘ferite’ preoccupanti".
"Lancio anche un appello al candidato presidente Emiliano perché metta in campo tutte le sue energie affinché il nostro mare resti un ‘tesoro’ inattaccabile dai ‘cacciatori di oro nero’ e che la sua tutela e valorizzazione sia tra le priorità del prossimo programma elettorale".
(gelormini@affaritaliani.it)