Uniba, Raffaele Elia
"L'algoritmo del ragno"
‘L’algoritmo del ragno’, terza opera letteraria di Raffaele Elia, è un racconto surreale sulla trasparenza, tema di grande attualità in un’epoca, la nostra, nella quale si registrano fatti che quotidianamente denunciano conformismo e mancanza di umanità.
Il libro di Elia narra la vita che si svolge in un edificio istituzionale fatto di vetri, CupolaVetril, per l’appunto, che metaforicamente ricorda all’autore un recente viaggio fatto a Berlino dove gli hanno indicato un edificio con una ‘cupola’ trasparente nella quale osservare addirittura Angela Merkel. L’allegoria continua con ‘Vetril’ – prodotto di giovanile memoria – utilizzato dalla madre per la pulizia dei vetri.

Le persone che vi lavorano devono essere osservate (atmosfera da ‘Grande Fratello’) per essere certi che si raggiungano gli obiettivi. Una vita lavorativa di donne e uomini fatta di processi ridotti a mero calcolo, immolata sull’altare dell’efficienza e scevra da emozioni.
L’emotività delle persone raccontate è controllata dall’algoritmo delragno, un dispositivo che controlla le lettere scritte dai dipendenti di CupolaVetril affinchè non emergano suggestioni che li porterebbero lontano dalla massima efficacia e funzionalità.

L’autore è un dirigente dell’università di Bari che di burocrate non ha nulla. Il suo libro trascende la realtà e nella sua dimensione fantastica denuncia le contraddizioni del pubblico impiego dove – sottolinea Franco Vitelli nella nota critica - è ‘vietato incrociare i saperi con la fantasia’ perché contrasta con ‘la geometria del lavoro e la trasparenza dei comportamenti’. Anche la bellezza è bandita dai luoghi di lavoro ‘perché carica di peccato e invadenza’.
Insomma, Elia conosce molto bene la macchina amministrativa pubblica e sa altrettanto bene che vincoli e costrizioni ingessano le procedure. E auspica un mix tra burocrazia e creatività che semplificherebbe gli atti e renderebbe la vita di chi – quegli atti li redige – meno alienante.