Università di Bari
L'appello dei precari

Riceviamo e volentieri pubblichiamo:
L’Università degli Studi di Bari Aldo Moro attraversa un momento storico ed economico drammatico. È indispensabile che vengano posti in essere interventi che permettano all’Ateneo di “non chiudere” e di “non licenziare” lavoratori, “BUTTANDO PER STRADA” LE LORO FAMIGLIE.
È grave e preoccupante la condizione lavorativa e sociale della categoria del personale tecnico amministrativo a tempo determinato, anche alla luce dell’attribuzione a ciascuna Università del contingente di spesa disponibile per l'anno 2013 espresso in termini di “Punti Organico”, che non è sufficiente.
Il blocco delle assunzioni negli ultimi anni “ha costretto” l’Università, per sopravvivere, a ricorrere a contratti di lavoro a tempo determinato, con investimento in risorse umane e materiali nei confronti di personale che è stato formato, ha acquisito competenze professionali ed ora possiede il “know how” indispensabile e necessario a garantire il funzionamento di questa Amministrazione. Dette capacità e competenze, se non mantenute e valorizzate, andrebbero perse definitivamente, cagionando una insensata perdita sul profilo economico, professionale ed umano.

All’inesistenza di potere assunzionale si aggiunge la ghigliottina della Legge 122/2010, che impone un limite di spesa per il reclutamento di personale a tempo determinato, tale da non permettere il mantenimento in servizio di unità lavorative.
Siamo, infatti, alla vigilia della scadenza (31.12.2013) dei contratti - a volte con servizio ultradecennale - di 60 unità di Personale T.A. precario, “trascurate”, per adoperare un eufemismo, dall’Università di Bari.
Esse non possono continuare ad essere ignorate, bisogna evitare ulteriore “sofferenza amministrativa” all’accademia barese e disperazione sociale e professionale a tante lavoratrici e lavoratori.
Siamo alla vigilia dell’incontro a Napoli tra il ministro Carrozza e i Rettori del sud, previsto il giorno 28 novembre.
Stanno per “finire per strada” oltre 60 famiglie, non intervenendo verrà colpito il sistema dell’istruzione, il territorio e “l’indotto”, mettendo in discussione anche l’efficienza dei servizi e la garanzia del diritto allo studio.
.Il Coordinamento del pers. T.A. precario Uniba