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Roma
Gigi Proietti, la proposta: “Roma gli intitoli un vicolo vicino via Giulia”

di Francesco Giro *

Se con la scomparsa di Gigi Proietti il teatro italiano perde da oggi lo slancio vitale di un attore prodigioso, di lui però resteranno per sempre i suoni di una voce indimenticabile e la faccia espressiva di un mondo del palcoscenico che non muore mai e che resta impresso nei cuori di tutti, di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di chi lo ha amato come artista insuperabile.

Gigi Proietti era mattatore e affabulatore come lo fu il grande Vittorio Gassman del quale era amico sincero. E di Gassman restano le sue esilaranti imitazioni. Due attori molto diversi fra loro, innanzitutto per età, ma simili nel desiderio di trasmettere ai più giovani il loro talento con la scuola sul palcoscenico. Ma Proietti era diverso perché era romano e non nascose mai il suo legame con una città che amava anche per il suo chiaroscuro, che allo splendore di una cupola univa il buio di una periferia lontana e dimenticata.

Negli ultimi anni Proietti aveva forse perduto il suo vitalismo guascone e irrefrenabile e la faccia sarcastica e multiforme aveva dato spazio ad un viso nuovo ma eterno, dell’attore che si ferma un attimo nel colloquio con sé stesso e per dirci qualcosa che possa aiutarci a vivere una vita migliore. Ricordo le sue parole pronunciate pochi giorni prima del lockdown. Era il 3 febbraio e celebravamo i 150 anni di Roma Capitale al Teatro dell’Opera alla presenza del Presidente Mattarella e della sindaca Raggi. Le sue parole poche ma eloquenti restano indimenticabili: “Quando sono nato, sono nato a Roma. A via Giulia, vicino piazza Campo de’ fiori, piazza Farnese, via di Monserrato una delle strade secondo me più eleganti della città. Auguro a Roma tutto il bene possibile. Che sia più amata dagli italiani e da noi romani. Spesso non l’amiamo a sufficienza”.

Ecco Proietti quel giorno sembrava prendere commiato dalla sua città nella quale ha sempre vissuto e lavorato per ricordarci che la parola Roma può essere letta “a rovescio”, avrebbe detto lui, per dire amore. E attraverso questo giornale on line, da sempre cosi vicino a Roma Capitale, nella buona come nella cattiva sorte, io vorrei lanciare una proposta: intitoliamo una strada, anzi un vicolo, perché a Gigi Proietti piacevano le cose umili ed umane, della sua Roma, in Via Giulia. Ci sarà pure per lui un cantuccio all’ombra di palazzo Farnese del grande Michelangelo, che amava tanto, perché ogni mattina possa scambiare due chiacchiere con noi romani e ricordarci come fece - pochi mesi fa - di amarla di più.

* Francesco Giro, senatore di Forza Italia e Segretario del Senato della Repubblica

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