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Roma
Il paradiso in un garage: le foto di Jeff Bark per la prima volta in Italia

di Maddalena Scarabottolo

Un paradiso in un garage è l'idea di fondo della mostra di Jaff Bark a Roma al Palazzo delle Esposizioni, fino al prossimo 28 luglio. Più di 50 foto trasformano le sale in una galleria del '600 tra simboli, emozioni, realtà e finzione.

 

Il Palazzo delle Esposizioni fa di nuovo centro presentando al pubblico la prima personale in Italia del fotografo statunitense Jeff Bark. Quattro sale al piano terra che raccontano, attraverso delle foto-frammento, un viaggio fantastico e idealizzato della Capitale. “Paradise Garage”, curata da Alessio de'Navasques, si presenta come un insieme di più di 50 immagini che narrano un paesaggio immaginario del Bel Paese attraverso titoli simbolici come Puglia, Napoli e Villa d'Este. L'occhio dello spettatore viene catturato dalla forza del colore delle nature morte e dal carattere straniante dei ritratti.

E' stato un breve soggiorno nella Capitale a innescare questo complesso e artificioso progetto. Realtà e finzione convivono allegramente e in modo uniforme in questa ricostruzione kitsch dell'idea di Roma. Le opere si presentano ricche di allegorie e simboli che testimoniano la grandezza di questa terra attraverso rimandi alla statuaria classica, al Rinascimento e al Barocco.

Il garage di Bark diventa il set per la costruzione di queste composizioni caratterizzate da oggetti molto spesso ritrovati in qualche mercatino delle pulci. Gli accostamenti sono il più delle volte casuali ma sempre dettati da un sentimento, un'emozione, che può essere data da un ricordo o da un particolare gioco cromatico. Bark racconta che per realizzare queste foto ha trasformato il piccolo spazio del garage “in una scatola magica. L'illusione è la parte che preferisco di più, rendere temporaneamente possibile ogni universo”.

Ogni foto richiede allo spettatore di essere guardata con attenzione per scoprire quei particolari che fanno apparire vera la composizione, anche se tutto ciò che si vede è finto. L'accuratezza delle immagini rivela la formazione dell'artista nel campo della fotografia di moda. Un approccio meticoloso infatti è la firma costante in ogni lavoro. Probabilmente è questa ricerca della perfezione, all'interno di finti soggetti, che dona alle opere un aspetto magico ed emozionante. Le dimensioni delle stampe su tela fanno apparire l'esposizione come una passeggiata tra collezioni seicentesche e quadrerie antiche allestite per grandi temi.

I fermi immagine, grazie all'uso ben calibrato della luce e all'equilibrio delle composizioni assumono una dimensione quasi scultorea, per non dire filmica: le foto appaiono come un film racchiuso in uno scatto, dove ogni particolare è traccia e presenza dell'artista stesso.

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