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Roma
Il progressive rock dei Marillion sul palco per l'unica data italiana

di Guido Bellachioma

F.E.A.R. (acronimo di Fuck Everyone And Run) è il 18esimo album dei Marillion e promette di non lasciare indifferenti i tanti appassionati che li seguono in tutto il mondo. Molti saranno il 10 settembre al Teatro Romano di Verona per l’unica data italiana del loro tour mondiale… una location affascinante per una musica senza tempo.
30 anni di carriera e milioni di album venduti in tutto il mondo hanno reso i Marillion una delle band più amate nella storia del rock: il loro suono è ormai riconoscibile, sofisticato e immediato al tempo stesso, da portarli oltre il Progressive Rock delle proprie origini, per loro bisogna parlare di un vero e proprio Marillion Sound, anche se diversi appassionati della prima ora non sono soddisfatti di questo ormai lungo percorso intrapreso. La scelta di tornare a suonare in Italia - una sola data al Teatro Romano di Verona anticipa la pubblicazione di F.E.A.R., uscita ufficiale mondiale prevista per il 23 settembre, inizialmente doveva essere il 9 - è un omaggio speciale al nostro paese, dove hanno davvero tanti seguaci che, come al solito da qualche anno, hanno contribuito con una solida raccolta fondi alla produzione esecutiva del disco. L’assenza è di quasi quattro anni dall’ultima apparizione nella nostra penisola (doppio sold-out a Milano). In concerto proporranno i loro classici e brani di F.E.A.R.

LE PAROLE DI STEVE HOGARTH…
Il nuovo disco si preannuncia molto “forte”, come lascia ben intendere il titolo. Steve Hogarth, cantante del gruppo, afferma: “Cosa c’è in un nome? Tutti gli impulsi umani degni di nota derivano dall’amore. E tutti gli impulsi umani negative e distruttivi provengono dalla paura. Questo album
s’intitola Fuck Everyone and Run (Fotti tutti e fuggi) o F.E.A.R. Il titolo è nato non con la rabbia o l’intenzione di scioccare. È una frase cantata - nel brano New Kings - contenerezza, nella tristezza e nella rassegnazione, ispirata da una Inghilterra e da un mondo, che funzionano sempre più nutrendosi della filosofia ognuno per sé”.

LE PAROLE DI STEVE ROTHERY…
Lo storico chitarrista della band descrive lo spirito del nuovo album e della musica dei Marillion: “Credo che F.E.A.R. abbia un’atmosfera molto cupa e forte emozionalmente, musiche profonde e testi che bel si sposano ai suoni. Una combinazione insolita ma che ha funzionato bene. L’album ha una forte capacità descrittiva, quasi come un film. Negli spazi di tempo che ci hanno lasciato i nostri progetti abbiamo composto i nuovi brani e li abbiamo registrati quasi tutti negli studi Real World di Peter Gabrriel. Molte cose, in realtà, sono nate proprio in studio. Vorrei citare due brani in particolare, non perché siano i più belli ma tanti mi chiedono informazioni proprio su Eldorado e Leavers. La prima parla proprio dei flussi migratori e di come molti paesi, tra cui l’Inghilterra, vengano visti come “la terra promessa”: ma spesso tale idea non corrisponde alla virità. La seconda, invece, non riguarda il referendum inglese per uscire dall’Unione Europea… il tema sono i nostri lunghi viaggi per andare in tour a suonare…

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