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Roma
La confraternita lo sfratta dal ristorante e lui incendia lo studio del'avvocato

Ha incendiato lo studio del suo avvocato per ritorsione: gli agenti della Polizia di Stato dei Commissariati Prati e Trevi-Campo Marzio, hanno arrestato G.C., cittadino italiano 56enne, titolare di un ristorante nel centro storico.
L’indagine ha preso avvio a seguito dell’incendio dello studio legale di un avvocato romano, avvenuto la sera del 18 febbraio scorso in palazzo di viale delle Milizie nel quartiere Prati. L’immobile era stato reso completamente inagibile e solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine e dei vigili del fuoco le fiamme erano state contenute e non si erano estese agli altri appartamenti del palazzo.
Già dai primi riscontri gli investigatori avevano accertato la natura dolosa dell’evento: sul posto sono state trovare alcune taniche utilizzate per appiccare il fuoco. L’arrestato, titolare di un ristorante, aveva in corso da tempo un contenzioso legale con la confraternita religiosa proprietaria dei locali. La causa di sfratto intentata nei suoi confronti lo aveva portato in diverse occasioni a minacciare sia i proprietari che lo stesso avvocato che ne curava gli interessi. Dopo essersi limitato a minacce verbali e telefoniche, il responsabile aveva deciso di passare alle vie di fatto incendiando l’ appartamento del legale.
L’uomo è risultato, peraltro, non nuovo a simili comportamenti. Egli infatti era già stato sospettato di altri due eventi incendiari, sempre di natura dolosa, avvenuti nel 2015 nei pressi di piazza della Consolazione. In tali occasioni erano state date alle fiamme alcune autovetture parcheggiate in strada, risultate di proprietà di residenti della zona con i quali, secondo quanto appurato dalla Polizia, l’arrestato aveva avuto pesanti scontri e dissidi a causa della gestione del suo ristorante.

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