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Roma
Malasanità, sangue infetto in ospedale, Ministero costretto a pagare 230mila €

Circa 230mila euro è il risarcimento del danno riconosciuto ad un 60enne di Gaeta a cui nel 1975 gli vennero trasfuse diverse sacche di sangue infette dal virus HCV dell'epatite C al Dono Svizzero di Formia.

In primo grado la causa è iniziata nel 2008 e terminata nel 2013 con una prima sentenza di condanna del Ministero della Salute da parte del Tribunale di Roma che aveva riconosciuto la negligenza nella raccolta e nella somministrazione di sangue da parte dei medici dell'ospedale di Formia e condannato lo Stato a risarcire all'uomo, assistito dall’avvocato Renato Mattarelli, circa 140mila euro.
Il Ministero della Salute aveva però appellato la sentenza di primo grado affermando che il diritto al risarcimento si era prescritto poiché erano oramai trascorsi decine di anni dalle trasfusione del 1975. L’avvocato dell’uomo, però, non solo ha sostenuto la tesi diversa, ma ha anche contestato l’importo di quel risarcimento perché non ritenuto congruo.

Lo scorso 21 marzo, la Corte di Appello di Roma ha accolto l'Appello incidentale del 60enne di Gaeta rigettando l'Appello del Ministero e accogliendo l'Appello incidentale condannando il Ministero della Salute a pagare all'uomo non più i 140mila del primo grado ma la somma di 230mila euro.

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