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Roma
Raggi attizza il fuoco nel M5S. Bugani a Grillo: "Serve il voto su Rousseau"

La ricandidatura al Campidoglio di Virginia Raggi, per quanto ufficialmente accettata dal M5S e da Beppe Grillo, non smette di provocare frizioni nel Movimento. Virginia aveva chiesto che la sua corsa fosse ratificata da Rousseau, non ha avuto risposta. E il suo capo staff Massimo Bugani torna a chiedere che la ratifica ci sia.

Nel M5S è tutti contro tutti: stavolta non è una frase fatta, è anche difficile capire chi sta con chi e perché. Roma non sfugge alla dinamica: la Raggi ha fatto la sua fuga in avanti, ricandidandosi quando grillini e Pd, alleati nel governo Conte, cercavano di capire come correre insieme alle prossime comunali. L'ha avuta vinta lei, ma si tratta di una vittoria non indolore. Il sospetto di essere sopportata e non supportata in Virginia è ancora forte. Per dire: Angelo Sturni, consigliere comunale romano della fronda anti-Raggi, continua ad affermare che "lo schema del Conte bis può essere riproposto anche su Roma".

Comunque, alla fine Grillo ha detto sì al bis di Raggi. Ma stranamente non ha accolto la richiesta di un voto su Rousseau sulla sua ricandidatura. "Quello che conta davvero è la certificazione, un documento in cui si dice che Virginia è ufficialmente candidata sindaca. Spero che arrivi presto, anche successivamente a un voto degli iscritti, perché lei se lo stramerita". Lo dice a Repubblica Max Bugani, capostaff della Raggi, grillino storico ed ex socio di Davide Casaleggio. Il quale sostiene anche di non capire il no del Pd all'attuale primo cittadino, perché "Virginia è una risorsa per la Capitale e chi pensa scavalcarla facilmente si sbaglia di grosso". E insiste con toni elegiaci: "Non capisco l'accanimento di parte del Pd romano nei confronti di una donna retta e pura, che ha sistemato i conti, asfaltato chilometri di strade, scalato classifiche sull'innovazione, comprato centinaia di autobus, arginato affari sporchi che la costringono a muoversi su un'auto blindata". Tutto molto bello. Ma se uno volesse fare il pignolo direbbe a Bugani: tu che vuoi fare il custode dei valori del Movimento, votazioni su Rousseau incluse, che ne pensi della vecchia regola del tetto dei due mandati?

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