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Roma
Termovalorizzatore Roma: Draghi rischia la crisi, Conte: “Braccio di ferro”

Il no era nell'aria e profumava di rifiuti: così sul Termovalorizzatore di Roma, l'impianto che il sindaco Gualtieri vorrebbe realizzare “entro e non oltre” il Giubileo del '25, il Governo Draghi scricchiola. In Consiglio dei Ministri “passa la norma” ma i ministri del 5 Stelle non votano e mettono a rischio la tenuta della maggioranza.

Sulla norma che dovrebbe chiudere la vicenda ventennale dei rifiuti di Roma, l'ex premier Conte chiarisce: "Vogliono il braccio di ferro e vogliono umiliarci ma sulla questione ambientale non possiamo permetterci passi indietro; il gas per la transizione possiamo accettarlo, gli inceneritori no". Quasi , insomma quell'inceneritore “fosse un ricatto contro” la posizione M5S sull'invio delle armi in Ucraina.

Il comunicato ufficiale del Consiglio dei Ministri

Questo il passaggio dell'art 13 del comunicato ufficiale del CDM: “... Al fine di consentire le celebrazioni del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025 e prevenire criticità nella gestione dei rifiuti, il Sindaco, già nominato Commissario straordinario del Governo, predispone e adotta il piano di gestione dei rifiuti della città, regolamenta le attività di gestione dei rifiuti, elabora e approva il piano per la bonifica delle aree inquinate, approva i progetti di nuovi impianti”.

 

In poche parole, il Governo dà mandato al sindaco-commissario di redigere un nuovo piano rifiuti, antagonista e alternativo a quello della Regione Lazio e di costruire sia l'impianto per bruciare i rifiuti che la discarica di servizio. Praticamente con una norma, il Governo ha asfaltato 5 anni di sindacatura di Virginia Raggi da sempre contraria sia a impianti di combustione che a nuove discariche.

Crisi Pd-M5S, l'effetto domino sulle amministrative

Ma la “crisi” che si è sfiorata in Consiglio dei Ministri potrebbe avere un effetto domino sulle rapporti tra Pd e Cinque Stelle a livello di Regione e Comuni, anche e soprattutto in chiave elettorale per le prossime Amministrative. La prima verifica arriverà proprio dalla Regione Lazio, dove Zingaretti e l'ala che fa capo a Roberta Lombardi dovrà per forza avere un chiarimento. E non è detto che proprio a Roma si consumi il primo strappo, soprattutto dopo che il “Pd centrista” di Enrico Letta, forte dei sondaggi, pensa di mollare il partner di andare avanti da solo.

L'ira dei 5 Stelle romani con la Raggi in testa

E l'atmosfera che si respira a Roma è nel posto su Facebook del Movimento 5 Stelle: “Esprimiamo sconcerto e disapprovazione per la decisione del Consiglio dei Ministri di dar seguito al decreto che da il via libera a Gualtieri per l'utilizzo di poteri straordinari per realizzare un inceneritore a Roma. Una decisione che si pone in netto contrasto con la normativa comunitaria, da tempo contraria alla realizzazione dei termovalorizzatori, e contro la riforma Costituzionale da poco approvata, poiché scarica sulle generazioni future le conseguenze di una scelta frettolosa, antica e inquinante sia per la salute che per l'ambiente. Come ha dichiarato il Sindaco, senza avviare alcun dibattito sulle tecnologie alternative attualmente esistenti per trattare i rifiuti indifferenziati, l'inceneritore si farà. E questo in barba a quelle forze politiche della sua maggioranza che, almeno a parole, si sono dichiarate contrarie. Una scelta, peraltro, che ricadrà sui cittadini a colpi di Decreto e in totale spregio al divieto della Legge Regionale. In questo inquietante scenario, tanto nel metodo e quanto nel merito, siamo rimasti oramai soli e annunciamo battaglia in aula e sul territorio. Ciò non ci scoraggia, tutt'altro. Ci dà ulteriore forza per proseguire nella nostra opposizione, in cui avremo bisogno del sostegno dei nostri rappresentanti in Regione e in Parlamento che, certamente, non mancherà”.

La firma è della truppa di consiglieri 5 Stelle e della Lista Civica Virginia Raggi.

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