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Roma
Truffa del pesce fresco: senza controlli rischio batteri e diossine. La guida

Controlli antifrode, verifiche sulla freschezza del prodotto, analisi microbiologiche e chimiche per rintracciare batteri e diossine: la sicurezza alimentare del pesce che arriva sulle nostre tavole passa per una procedura complessa. E poi ci sono le etichette, queste sconosciute. Solo una minoranza dei consumatori le sa leggere.

All'interno del Mercato ittico del Centro Agroalimentare di Roma, il più grande polo commerciale in Italia, uno dei grandi in Europa, c'è un presidio fisso di medici veterinari che si occupa di svolgere i controlli necessari per garantire la sicurezza alimentare.

Ogni notte il prodotto viene analizzato a tutela del consumatore

L'espero Giuseppe Muratore, direttore Unita Operativa Complessa Centro Agroalimentare ASL Roma G, Centro Agroalimentare Roma G, spiega ad Affaritaliani.it qual è il lavoro che il suo staff svolge ogni giorno, o meglio, ogni notte.

Dottor Muratore, da dove proviene il pesce che arriva al Centro Agroalimentare di Roma e che viene poi acquistato da pescherie al dettaglio e ristoranti?

“I prodotti della pesca che transitano per il Centro Agroalimentare provengono per un terzo dai nostri mari, le varie zone del Mediterraneo, il cosiddetto pescato fresco; un altro 35% dai Paesi dell'Unione Europea, un altro 20/25% arriva da altri Paesi esteri, spesso come prodotti congelati. Su questi prodotti, si svolgono a campione, diverse tipologie di controlli”.

 

 

Che tipo di controlli svolge l'ufficio veterinario del Car?

“Il primo passo è il controllo di riconoscimento di specie: in sostanza, dobbiamo valutare se la specie indicata sull'etichetta corrisponde alla specie in vendita; controlli che permettono di evitare le frodi in commercio, ovvero mettere in vendita un prodotto più scadente al posto di un pesce più pregiato. In seconda battuta, procediamo con il controllo organolettico di freschezza per evitare le frodi sanitarie: controllare se le caratteristiche descritte corrispondono a uno stato di freschezza che consente l'edibilità (l'idoneità all'alimentazione, ndr) del prodotto. Poi ci sono i controlli sull'etichettatura”.

Ne parliamo tra poco. Intanto, nello specifico, i controlli di che ordine sono?

Giuzeppe Muratore Veterinario Car romaGiuseppe Muratore Veterinario Car Roma
 

“Sono di ordine microbiologico: su campione di pesce di effettuano verifiche per vedere se ci sono determinati tipi di batteri; di ordine chimico per verificare eventuali residui sia di conservanti, sia di metalli pesanti, diossine, radiazioni ionizzanti che da noi sono vietate”.

Come si fa a capire da dove provengono i prodotti?

“Bisogna controllare l'etichetta, che riporta alcune informazioni obbligatorie, tra le quali, le zone di cattura. Parliamo delle “Zone Fao”, obbligatorie per il pesce pescato. Per il pescato va indicato anche se si tratta di acqua dolci e, in questo caso, in quale bacino idrico è stata effettuata la pesca. Per il pesce allevato, invece, va indicato il Paese di allevamento”.

Quali sono le Zone Fao relative al Mediterraneo?

“Le Zone Fao relative al Mar Mediterraneo sono 4: la 37. 1 relativo al Tirreno, la 37.2 identifica il Mar Adriatico, la 37.3 corrisponde al Mari Ioni e al Mediterraneo meridionale che bagna le coste africani, 37.4 relativo al Mar Nero”.

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