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Roma
Vaccini, l'ex senatore D'Anna attacca: “Dove c'è pericolo non esiste obbligo”

Vincenzo D'Anna, presidente dell'ordine dei biologi nonché memobro del consiglio superiore di sanità, alimenta le polemiche sulla cannabis light e sull'obbligo dei vaccini.

 

L'ex senatore controcorrente sui temi caldi nel campo della salute, scatenato dai microfoni di Radio Cusano Campus: "Il principio di precauzione è sempre un ottimo principio per la tutela della salute, dovrebbe valere per molti altri ambiti ma purtroppo non è così. Penso ad esempio ai vaccini. In questo caso il consiglio superiore di sanità ha voluto applicare questo criterio, anche se alla fine a decidere è il ministro. La palla resta nel campo della politica, che decide in questa materia. Dovrà decidere producendo una legge che vieti l'uso della cannabis leggera, o meglio ancora di quel prodotto che contiene una quantità di cannabinoidi che non sono psicotropi, cioè non hanno alcuna influenza sul comportamento, sulla sfera cognitiva o emotiva. Quello dell’iss è comunque un parere che rimane a disposizione del Ministro. Secondo me questi negozi non sarebbero da chiudere comunque. Quando ero senatore sono stato sottoscrittore di un provvedimento a favore della commercializzazione. Credo molto nella sperimentazione, ci sono documentazioni sull'uso che si può fare della cannabis in medicina. Delle ricadute positive sull'utilizzo di questo prodotto naturale. Non si deve parlare della cannabis solo per l'uso da fumo che se ne è fatto clandestinamente per molti anni. La cannabis può essere un importante presidio terapeutico che viene impiegato nella terapia del dolore".

D'Anna ancora più polemico poi sulla questione vaccini: "C'è da fare una premessa: nessuno qui discute l'utilità e i meriti che i vaccini hanno avuto, hanno e avranno in medicina. Però una massiccia terapia vaccinale in bambini di appena tre mesi secondo studiosi ed esperti può dare in alcune circostanze degli eventi avversi anche abbastanza gravi. Dei quali avremo una precisa contezza da qui a qualche mese, non appena l'anagrafe vaccinale ci dirà in effetti quanti casi di reazioni avverse abbiamo avuto e che gravità hanno avuto queste reazioni avverse. Somministrare una certa quantità di vaccini in una età abbastanza precoce...Mi permetto di dire che dove c'è un pericolo non ci può essere un obbligo. Ma a quanto pare questo non lo si può dire in Italia, perchè i medici vengono radiati dagli albi, c'è chi criminalizza chiunque faccia discorsi di buonsenso come questi. Si va avanti apoditticamente senza alcun principio di precauzione, senza che lo Stato si sia fatto carico di sperimentazioni ad hoc".

 

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