Violenze e botte selvagge davanti ai figli: donna ridotta schiava da 20 anni
Dal 2000 ad oggi un continuo susseguirsi di maltrattamenti: il 58enne arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli
Continue violenze, botte selvagge e minacce di morte anche mentre era incinta o davanti ai figli: questa la vita passata da una donna, ridotta schiava dal compagno a suon di calci, pugni e sputi per 20 anni.
Le violenze sono iniziate nel 2000 quando a fronte di un rifiuto della donna di consegnargli del denaro, il violento uomo l’aveva strattonata sferrandole un calcio nel ventre, tanto da provocarle una lesione della milza con ricovero ospedaliero. E poi, in più occasioni, l'uomo l’aveva insultata arrivando anche a sputarle addosso e minacciando di morte lei ed il figlio della donna, nato da una precedente relazione. Quando il figlio aveva tentato di difendere la madre, anche lui era stato colpito al volto riportando una frattura del setto nasale.
L’ultimo episodio risale al febbraio scorso quando, pretendendo di far allontanare da casa il ragazzo, l’uomo aveva afferrato una sedia di legno lanciandola contro la donna, in stato di gravidanza, e colpendola al volto. A quel punto era intervenuto il figlio della vittima che era riuscito a bloccare momentaneamente l’aguzzino. Nella circostanza, anche la figlia minore, intervenuta in difesa della madre, era stata afferrata per un braccio e scaraventata a terra. Poi, il 58enne aveva afferrato una fruttiera e l’aveva tirata sul capo della convivente, facendola svenire. Una volta accompagnata in ospedale le era stato diagnosticato un trauma cranico commotivo e un'infrazione delle ossa nasali, con una prognosi di 30 giorni.
Dopo venti anni di violenze arriva l'arresto: i poliziotti del commissariato Casilino hanno notificato nei confronti dell'uomo, un 58enne italiano con precedenti di polizia, un'ordinanza di misura cautelare in carcere con l'accusa di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della compagna con cui ha una relazione da 26 anni. La ricostruzione di quanto accaduto da parte degli investigatori ha permesso al gip di Roma di emettere nei confronti dell’uomo il provvedimento e, dopo la notifica, è stato accompagnato dagli agenti di polizia nel carcere di Regina Coeli.
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