Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

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Pillole d'Europa
INTERVENTI CONTRO PRATICHE COMMERCIALI SLEALI, SICUREZZA SUL LAVORO E...
55° congresso FEDERSPEV a Salerno in difesa delle pensioni

Pillole d'Europa di Cinzia Boschiero

INTERVENTI CONTRO PRATICHE COMMERCIALI SLEALI, SICUREZZA SUL LAVORO, TUTELE PER LE VEDOVE, AIUTI AI TERREMOTATI

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI EUROPEI E CONOSCERE DIRITTE E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI - In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: sono un piccolo imprenditore agricolo come possiamo essere tutelati a livello europeo da pratiche commerciali sleali ? Marco Tareso

Risposta: La Commissione europea intende combattere le pratiche commerciali sleali più dannose per dare maggiore certezza agli agricoltori e alle piccole e medie imprese e fare in modo che abbiano meno necessità di gestire rischi su cui possono esercitare un controllo minimo o nullo. Si intende garantire un trattamento più equo alle piccole e medie imprese agroalimentari. Le autorità nazionali possono imporre sanzioni in caso di violazioni. I piccoli operatori della filiera alimentare, compresi gli agricoltori, sono vulnerabili di fronte alle pratiche commerciali sleali applicate dai partner nella filiera. Spesso non dispongono di potere contrattuale né di alternative per far arrivare i loro prodotti ai consumatori. Jyrki Katainen, Vicepresidente e Commissario responsabile per l'Occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, ha dichiarato: “Nella filiera alimentare vi sono squilibri nel potere contrattuale. Con questa proposta la Commissione intende combattere con fermezza le pratiche commerciali sleali, che compromettono la vitalità economica degli operatori. Stabilendo standard minimi e rafforzando l'attuazione delle norme, la proposta dovrebbe consentire agli operatori di competere su un piano di parità, contribuendo così all'efficienza complessiva della filiera. Si tratta di una chiara affermazione della volontà di rendere più eque le pratiche commerciali".Le pratiche commerciali sleali da vietare sono i pagamenti tardivi per i prodotti alimentari deperibili, la cancellazione degli ordini all'ultimo minuto, le modifiche unilaterali o retroattive ai contratti e l'obbligo imposto al fornitore di pagare per gli sprechi. Altre pratiche saranno autorizzate solo se soggette a un accordo iniziale tra le parti chiaro e privo di ambiguità: l'acquirente restituisce a un fornitore i prodotti alimentari invenduti; l'acquirente impone al fornitore un pagamento per garantire o mantenere un accordo di fornitura relativo a prodotti alimentari; il fornitore è tenuto a sostenere i costi legati alla promozione o al marketing dei prodotti alimentari venduti dall'acquirente. La proposta della Commissione impone agli Stati membri di designare un'autorità pubblica responsabile di garantire l'applicazione delle nuove norme. In caso di accertata violazione, l'organo responsabile sarà competente per imporre una sanzione proporzionata e dissuasiva. Tale autorità avrà la facoltà di avviare indagini di propria iniziativa o a seguito di una denuncia. La Commissione europea istituirà un meccanismo di coordinamento fra le autorità incaricate di garantire l'applicazione delle norme per consentire lo scambio di migliori prassi. Le misure proposte integrano quelle esistenti negli Stati membri e il codice di condotta volontario della Supply Chain Initiative.

Domanda: sono pensionata e vedova di un medico e ritengo che la pensione di reversibilità in Italia sia un furto rispetto agli altri Paesi europei, da quando è deceduto mio marito io sono in difficoltà economica; qualcuno se ne sta occupando? A chi mi potrei rivolgere? Teresina Nucci

Risposta: di recente si è svolto il 55° congresso nazionale FEDERSPEV a Salerno in cui sono stati presentati in dati italiani ed europei relativi alle pensioni e si è parlato anche delle pensioni di reversibilità. La FEDER.S.P.eV. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove) raccoglie oltre 20mila iscritti ed è l'unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico istituzionalmente anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Ne fanno parte medici, veterinari e farmacisti, vedove e superstiti; è apartitica senza scopo di lucro. “La Commissione europea per il coordinamento delle politiche economiche e di bilancio dei Paesi membri ha indicato l’Italia, l’Ungheria e Cipro come i tre Stati  con ‘squilibri macro economici eccessivi’,” dice il dott. Michele Poerio, Presidente FEDERSPeV ed esponente di spicco del Forum nazionale di associazioni nazionali dei pensionati presieduto dal dott. Marco Perelli Ercolini, ”Il Commissario UE per gli affari economici il francese Pierre Moscovici ha esortato a non sottovalutare la ‘bassa crescita italiana che è sotto la media europea’. La sostenibilità dei conti pubblici nel lungo termine si starebbe ‘deteriorando’ a causa della spesa pensionistica. Noi come  FEDERSPeV e come Forum nazionale dei Pensionati, riuniti a Salerno, abbiamo ribadito che le pensioni di reversibilità in Italia sono un furto e che  l’Istat deve trasmettere ad Eurostat i dati che dimostrano che la spesa pensionistica  è in attivo in Italia. Inoltre è fondamentale separare l’assistenza dalla previdenza e tutelare chi, cittadini, come noi, ha versato i contributi reali tutta la vita e non deve essere penalizzato una volta in pensione, soprattutto se rimane solo senza coniuge”.

Domanda: vivo all’Aquila ma è vero che ci sono delle polemiche sugli aiuti di Stato a noi terremotati? Enrica Laurenzi

Risposta: La Commissione europea ha stabilito che il regime di aiuto italiano pari a 43,9 milioni di euro volto a sostenere gli investimenti nelle regioni colpite dai terremoti del 2016 e del 2017 è in linea con le norme dell'Unione in materia di aiuti di Stato. L'aiuto contribuirà alla ripresa economica dell'Italia centrale senza falsare indebitamente la concorrenza nel mercato unico.Margrethe Vestager, Commissaria responsabile per la Concorrenza, ha dichiarato: “La popolazione e l'economia dell'Italia centrale si stanno ancora riprendendo dalle drammatiche conseguenze dei terremoti verificatisi negli ultimi anni. Le autorità italiane intendono sostenere gli sforzi in atto con una misura che contribuisca alla ripresa economica di queste zone. Riteniamo che la misura sia idonea a sostenere le imprese colpite e le persone che vivono in queste regioni.” Nel 2016 e nel 2017 nell'Italia centrale si sono verificati quattro forti terremoti che hanno colpito approssimativamente 600 000 persone in un'area di circa 8 000 km². Attualmente la regione risente ancora di un'attività sismica anormale che determina la progressiva desertificazione delle zone colpite. È improbabile che il problema possa essere affrontato solo mediante misure di compensazione. Il regime di aiuto italiano approvato mira a integrare queste misure, per attenuare i danni economici e sociali subiti nelle zone colpite sotto forma di i) forte calo del PIL, ii) pesante perdita di posti di lavoro, iii) riduzione dell'attività economica di oltre il 50% e iv) diminuzione significativa del fatturato delle imprese rispetto ai livelli precedenti al terremoto. Sono interessati 140 comuni in Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. L'aiuto assume la forma di un credito d'imposta per tutte le imprese che effettuano investimenti iniziali nella zona. Il sostegno alle grandi imprese si limiterà a un aiuto per la costituzione di una nuova impresa, la diversificazione dell'attività di un'impresa o l'acquisizione degli attivi di un'impresa che ha chiuso. Il regime, che ha una dotazione complessiva di 43,9 milioni di €, coprirà il periodo 2018-2020. In considerazione della sua durata, dotazione e portata geografica limitata, la Commissione ha concluso che il regime di aiuto contribuirà in misura proporzionata alla promozione dello sviluppo economico e della ripresa nell'Italia centrale. Sulla base di tali elementi, la Commissione ha concluso che il regime è in linea con le norme dell'UE in materia di aiuti di Stato.

Domanda: ci sono stati diversi incidenti sui luoghi di lavoro, cosa si fa a livello europeo?

Risposta: la Commissione europea si occupa di sicurezza nei luoghi di lavoro da diverso tempo, nel 198 era stato redatto un Atto Unico Europeo, con una nuova disposizione giuridica volta a promuovere “il miglioramento, in particolare dell’ambiente di lavoro, per tutelare la sicurezza e la salute dei lavoratori“. Nel trattato di Amsterdam, nel 1997, sono state definitivamente inserite disposizioni in materia di Salute e Sicurezza sul Lavoro. C’è anche una Agenzia europea per la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) che funziona da 1994 e ha sede a Bilbao in Spagna. Inoltre c’è stata di recente una nuova proposta della Commissione europea ad esempio per migliorare la protezione dei lavoratori dalle sostanze chimiche cancerogene. Marianne Thyssen, Commissaria responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha dichiarato: "Proponiamo di istituire limiti all'esposizione dei lavoratori ad altre cinque sostanze chimiche cancerogene (cadmio, berillio, acido arsenico, formaldeide, il 4,4 metilene bis). In tal modo miglioreremo la protezione di oltre 1 milione di lavoratori in Europa e contribuiremo a rendere i luoghi di lavoro più sani e più sicuri, nel rispetto di uno dei principi fondamentali del pilastro europeo dei diritti sociali". L'impegno della Commissione mira a rafforzare il diritto dei lavoratori a un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza sul lavoro. Il pilastro europeo dei diritti sociali, proclamato congiuntamente dal Parlamento europeo, dal Consiglio e dalla Commissione al vertice sociale per l'occupazione equa e la crescita di Göteborg del novembre 2017, sancisce il diritto dei lavoratori a un ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato al fine di operare la convergenza verso le migliori condizioni di lavoro e di vita nell'UE. La protezione della salute dei lavoratori mediante la riduzione costante dell'esposizione a sostanze cancerogene e mutagene sul lavoro costituisce uno degli interventi concreti della Commissione Juncker per realizzare tale priorità. Nell'intento di proteggere i lavoratori da tali rischi l'UE ha adottato nel 2004 la direttiva 2004/37/CE sugli agenti cancerogeni e mutageni, che stabilisce le misure da mettere in atto per eliminare o ridurre l'esposizione a tali agenti e dunque per contribuire a prevenire i casi di tumore professionale e le malattie correlate.

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