Pillole d'Europa

di Cinzia Boschiero

I blog riportano opinioni degli autori e non necessariamente notizie, in ossequio al pluralismo che caratterizza la nostra Testata.
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Pillole d'Europa
PENSIONI INTEGRATIVE EUROPEE, WELFARE, FONDI PER SCUOLA E MIGRANTI
prof. Michele Poerio, Presidente FEDER.S.P.e V e prof. Marco Perelli Ercolini, vicepresidente

PER STARE MEGLIO COME CITTADINI  EUROPEI  E  CONOSCERE DIRITTI E TUTTE LE OPPORTUNITA' UTILI 

In questa rubrica notizie flash sulle normative europee e internazionali, notizie internazionali ed europee utili e pratiche per la vita di tutti i giorni. E’ attivo  un servizio di “A domanda, risposta” su bandi, agevolazioni, finanziamenti europei , borse di studio e di ricerca nazionali, regionali e locali per i lettori di Affaritaliani. Per richieste di informazioni sui bandi scrivete a cinziaboschiero@gmail.com – oppure alla  e-mail: dialogoconleuropa@gmail.com

Domanda: si parla tanto di welfare ma ci sono dei fondi europei e per le pensioni integrative ci sono delle normative comunitarie? Mariangela Fucasi

Risposta: sì. Se ne è parlato a Verona al 57° congresso nazionale di FEDER.S.P.e V (Federazione nazionale sanitari Pensionati e vedove) dal 15 al 19 giugno 2022. Il prof. Michele Poerio, Presidente FEDER.S.P.e V. ha evidenziato in particolare il 17 giugno durante una tavola rotonda co-progettata dalla FEDER.S.P.EV., in collaborazione con Confedir, che, “A causa della drammatica emergenza scatenata dalla pandemia da Covid-19 e dal conflitto in atto, sono in aumento pesanti conseguenze economiche, i disagi e le disparità sociali sono aumentate, proponiamo nuovi progetti territoriali e stimoliamo un confronto concreto per creare un nuovo sistema di welfare decisivo per la ripresa dell’Italia. Abbiamo ricordato molti dei nostri associati pensionati che erano tornati al lavoro durante la pandemia e che hanno sacrificato la loro vita. Abbiamo istituito un fondo per le loro famiglie”.  FEDER.S.P.e V. (Federazione Nazionale Sanitari Pensionati e Vedove) infatti è l'unica associazione sindacale che non si occupa solo di titolari di pensione, ma si fa carico nel concreto, istituzionalmente, anche dei problemi delle loro vedove, che entrano a far parte in prima persona degli Organi Direttivi dell'Associazione stessa. Si è discusso con esperti europei e rappresentanti delle istituzioni sulla necessità di un nuovo welfare e sucome tutelare le pensioni sia di giovani che di meno giovani. Ci sono progetti aperti FEDER.S.P.e V anche per la tutela della salute come il progetto per le prevenzione della maculopatia realizzato in collaborazione con l’associazione nazionale degli oculisti ambulatoriali GOAL.  “Proseguiamo”, spiega il prof. Michele Poerio, presidente di FEDER.S.P.e V. e segretario nazionale di Confedir,” la lotta per la difesa del congedo obbligatorio di paternità nel settore pubblico che in Italia, contrariamente alla normativa europea, è penalizzato iniquamente e se l’Italia non si allineerà entro giugno 2022 con la direttiva europea 2019/1158 UE, relativa all'equilibrio tra attività professionale e vita familiare per i genitori e i prestatori di assistenza, sarà multata. Abbiamo sottolineato l’importanza anche del regolamento europeo dei PEPP Pan-European Personal Pension Products così detti Pepp (Prodotto pensionistico individuale paneuropeo”.

Domanda: ci sono discrasie in Italia rispetto agli altri Stati europei per i dipendenti pubblici e i dipendenti privati? Monica Daspole

Risposta: sì. Le ha evidenziate il prof. Marco Perelli Ercolini, vicepresidente al 57° congresso nazionale di  FEDER.S.P.e V  che sottolinea: “In Italia l’ordinamento attuale prevede che il Tfr nel settore privato del lavoro debba essere obbligatoriamente accantonato anno per anno con previste severe sanzioni in caso di inadempienza da parte del datore di lavoro, ma nel settore del pubblico impiego viene fatto altrettanto con effettivo accantonamento oppure i versamenti, come un tempo, vanno in un unico calderone con eventuali prelievi in partita di giro per le liquidazione al lavoratore del pubblico impiego che cessa l’attività lavorativa anche se per pensionamento? Si tratta di discrasie da sottolineare. Infatti il lavoratore del settore privato, se per effettive necessità ha un bisogno finanziario può chiedere delle anticipazioni sul Tfr, e per il pubblico dipendente…? Il lavoratore del settore del privato che cessa il rapporto di impiego ha diritto al pagamento del Tfr maturato ed è pagato in 30 - 60 giorni ovvero 4 mesi in aziende con meno di 50 dipendenti, al contrario il lavoratore del pubblico impiego deve aspettare anni, a tempi differenziati secondo il tipo di cessazione del rapporto con anche dei pagamenti rateali secondo l’importo maturato. Perché tutte queste differenze specialmente nell’attualità, essendo previsto anche nel settore del pubblico impiego nelle nuove assunzioni a partire al 2000 per tutti il Tfr? La buonuscita e il premio di fine servizio sono a esaurimento e solo per coloro erano in servizio effettivo nel 2000. Lo Stato italiano, quindi rispetto ad altri Stati europei, pone dunque differenze tra figli e figliastri? Pretende dagli altri e trascura e non adempie nella propria pentola? Ma accanto a questi miei «perché», ecco spuntare un’ordinanza del Tar Lazio che chiede una pronuncia della Corte Costituzionale in quanto sarebbe violato il diritto alla ‘giusta retribuzione’ che include anche l’esazione tempestiva delle somme maturate durante il rapporto lavorativo. Le dilazioni previste, pur se legate a situazioni di crisi contingente, non hanno una durata prestabilita, ma hanno assunto un carattere strutturale.  Va inoltre sottolineato che le indennità di fine rapporto ..’costituiscono parte del compenso dovuto per il lavoro prestato, la cui corresponsione viene differita con funzione previdenziale per agevolare il superamento delle difficoltà economiche che possono insorgere nel momento in cui viene meno la normale retribuzione o  assicurare il sostentamento del lavoratore, durante il periodo di disoccupazione’" evidenzia il prof. Perelli”.

Domanda: ci sono molti immigrati, ci sono fondi europei per far fare loro corsi di italiano per stranieri e per fare progetti formativi ed educativi ad hoc per loro? Nuccia Cataldi

Risposta: sì. Ad esempio si può rispondere entro il 12 ottobre ad un bando aperto del programma ErasmusPlus - Bando European Policy Networks  a sostegno di progetti di rete nel campo dell’istruzione dei bambini e dei giovani provenienti da un contesto migratorio. Il bando è  gestito dalla  EACEA - Agenzia esecutiva per l`istruzione e la cultura. E’ articolato in due ambiti uno a sostegno di una rete europea di politica su insegnanti e dirigenti scolastici; uno a sostegno di una rete europea di politica nel campo dell’istruzione dei bambini e dei giovani provenienti da un contesto migratorio. Si punta a sostenere una rete europea di soggetti pertinenti (responsabili politici, professionisti, ricercatori, rappresentanti delle comunità di migranti, ed altre parti interessate) per analizzare e co-creare conoscenze su politiche efficaci per un'istruzione inclusiva di qualità dei bambini e dei giovani provenienti da un contesto migratorio, promuovere la cooperazione tra le diverse parti interessate.Ogni progetto approvato potrà ottenere un contributo a copertura sino all’ottanta per cento massimo dei costi ammissibili con un importo massimo di un milione e 200mila euro.

 

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