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Il Sociale
Migranti, Istat: richiedenti asilo +40,5%

Nel 2015 sono sbarcati sulle coste italiane oltre 149mila migranti e sono state presentate 85mila istanze di protezione internazionale (Rapporto Annuale SPRAR 2015). Fra il 2014 e il 2015 è proseguita la crescita di migranti in cerca di asilo politico e protezione umanitaria (+40,5%): nel 2015 sono oltre 67mila e rappresentano più del 28% dei nuovi ingressi. E' quanto emerge da un rapporto ISTAT sulla presenza degli immigrati extracomunitari in Italia. In generale la composizione di genere dei richiedenti asilo è particolarmente squilibrata, in circa il 90% dei casi si tratta di uomini. La bassissima quota di donne (al di sotto del 7%) accomuna quasi tutte le prime dieci cittadinanze, tranne il caso di quella ucraina, nella quale la componente femminile rappresenta oltre il 51,7%, e di quella nigeriana (le donne sfiorano il 20% dei nuovi ingressi). I minori, poco più di 2mila, rappresentano il 4% dei flussi in ingresso per queste motivazioni. Anche in questo caso il peso relativo di bambini e ragazzi sul totale degli ingressi varia molto a seconda delle collettività considerate: tra le prime dieci l'incidenza è massima per l'Ucraina (oltre il 9%) e minima per il Pakistan (meno dell'1%).

Nel 2015, la graduatoria delle cittadinanze prevalenti risulta notevolmente diversa da quella dell'anno precedente. Al primo posto si colloca la Nigeria (13.739) che da sola copre oltre il 20% dei nuovi ingressi per asilo e protezione umanitaria. L'aumento degli arrivi è generalizzato, con l'eccezione del Mali che vede diminuire il numero di permessi concessi tra il 2014 e il 2015. Escono dalla graduatoria Somalia ed Eritrea, mentre entrano tra i primi dieci paesi Ucraina e Costa d'Avorio. Per molte cittadinanze gli ingressi per motivi legati all'asilo sono prioritari rispetto alle migrazioni per lavoro o ricongiungimento familiare. In particolare per Mali, Gambia e Afghanistan gli ingressi per asilo hanno un peso pari o superiore al 95%. Il Nord-ovest accoglie il 25,9% dei richiedenti asilo e delle persone sotto protezione umanitaria, il Nord-est il 20,7%; il Centro il 19,2%. Il Mezzogiorno, con il 34,2% dei permessi, è l'area che accoglie la percentuale più elevata di questi nuovi flussi, poiché rappresenta la porta di ingresso principale. Rispetto all'anno precedente è in calo la concentrazione dei nuovi flussi per asilo in Sicilia, dal 20% degli ingressi al 9%. La Lombardia supera ora la Sicilia: ospita oltre il 14% dei nuovi ingressi per queste motivazioni.

Le province più interessate sono nell'ordine: Roma (3.759), Milano (3.717), Torino (2.290), Napoli (1.942), Crotone (1.706), Catania (1.472). Rispetto al 2014 cresce la rilevanza delle province del Nord rispetto a quelle della Sicilia, probabile conseguenza dell'istituzione di un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati distribuito su tutto il territorio nazionale, che comporta l'immediato trasferimento dei richiedenti asilo in aree diverse da quelle di sbarco. Dal confronto tra la distribuzione territoriale dei flussi in ingresso per motivi di famiglia e quella dei nuovi permessi rilasciati per asilo, richiesta asilo e motivi umanitari emerge chiaramente il dualismo italiano rispetto all'accoglienza. Al Centro-Nord prevale il modello migratorio della stabilità, alimentato soprattutto da nuovi flussi per ricongiungimento familiare. Nel Mezzogiorno è evidente, nonostante le politiche volte a favorire un' accoglienza diffusa sul territorio, la situazione di emergenza con un numero di ingressi rilevante per asilo e uno più contenuto per migrazioni di tipo familiare. Si modifica inoltre la propensione al radicamento sul territorio dei nuovi entrati, che diventa meno frequente.

Le province più interessate sono nell'ordine: Roma (3.759), Milano (3.717), Torino (2.290), Napoli (1.942), Crotone (1.706), Catania (1.472). Rispetto al 2014 cresce la rilevanza delle province del Nord rispetto a quelle della Sicilia, probabile conseguenza dell'istituzione di un sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati distribuito su tutto il territorio nazionale, che comporta l'immediato trasferimento dei richiedenti asilo in aree diverse da quelle di sbarco. Dal confronto tra la distribuzione territoriale dei flussi in ingresso per motivi di famiglia e quella dei nuovi permessi rilasciati per asilo, richiesta asilo e motivi umanitari emerge chiaramente il dualismo italiano rispetto all'accoglienza. Al Centro-Nord prevale il modello migratorio della stabilità, alimentato soprattutto da nuovi flussi per ricongiungimento familiare. Nel Mezzogiorno è evidente, nonostante le politiche volte a favorire un' accoglienza diffusa sul territorio, la situazione di emergenza con un numero di ingressi rilevante per asilo e uno più contenuto per migrazioni di tipo familiare. Si modifica inoltre la propensione al radicamento sul territorio dei nuovi entrati, che diventa meno frequente.

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